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Dal CV al follow-up: la guida al colloquio di lavoro

Un curriculum ben scritto e un colloquio condotto con atteggiamento positivo possono fare la differenza nell’ottenere il lavoro per il quale ci si candida: ecco i consigli per affrontare al meglio entrambe le fasi

Un curriculum ben scritto e un colloquio condotto con atteggiamento positivo possono fare la differenza nellâ

Di Job in Tourism, 31 Marzo 2025

La ricerca di un impiego è un processo complesso, che richiede strategia, metodo e preparazione – un approccio spesso sottovalutato. Ogni fase, dalla scrittura del curriculum vitae alla gestione del colloquio fino al follow-up successivo, ha infatti un ruolo cruciale nel determinare il successo di una candidatura: un CV ben strutturato e un colloquio condotto con sicurezza e competenza possono fare la differenza tra ottenere il lavoro desiderato o vedere sfumare un’opportunità ambita. Vediamo, dunque, quali sono gli elementi essenziali per affrontare entrambe le fasi.

Il CV

Redigere un curriculum efficace è il primo passo per presentarsi al meglio ai selezionatori. Un buon CV deve essere chiaro, conciso e ben organizzato, in modo da mettere in luce le competenze più rilevanti per la posizione desiderata. La sua lunghezza non dovrebbe superare una o due pagine, dato che i recruiters dedicano pochi secondi alla prima lettura di un CV, che deve quindi risultare immediatamente efficace. Il formato tradizionale cosiddetto “europeoâ€, pur essendo ancora in uso, può essere sostituito con layout più moderni e accattivanti, che permettano di esprimere la propria professionalità e personalità in modo originale, ma comunque rigoroso. L’inserimento di una foto professionale contribuisce a creare una prima impressione positiva, purché venga scelta un’immagine adeguata, con uno sfondo neutro e un abbigliamento consono all’ambito lavorativo.

Tra le informazioni essenziali da includere nel CV, oltre ai dati anagrafici e ai recapiti, ci sono una descrizione chiara della propria formazione, delle esperienze professionali passate più significative e delle competenze informatiche e linguistiche (fondamentali per il settore turistico). Le esperienze lavorative vanno elencate in ordine cronologico inverso, privilegiando quelle più recenti e pertinenti al ruolo per cui ci si candida. Oltre alle competenze tecniche, è utile evidenziare anche le cosiddette soft skills, come le capacità di problem solving e leadership, la flessibilità organizzativa e il lavoro di squadra – oggi particolarmente richiesti e apprezzati nell’ambito dell’ospitalità – magari attraverso esempi concreti che ne dimostrino l’effettivo utilizzo in ambito professionale. Anche un breve accenno agli interessi extra-professionali può risultare utile per offrire un quadro più completo del candidato e favorire una maggiore affinità con la cultura e i valori dell’azienda per la quale di ci sta candidando.

Il curriculum deve essere compilato con accuratezza, evitando errori grammaticali o di battitura, che possono compromettere la prima impressione, l’inserimento di informazioni irrilevanti che appesantiscono inutilmente il documento e la scelta di indirizzi email poco professionali, che possono trasmettere scarsa serietà. Infine, è importante mantenere il curriculum sempre aggiornato e ben strutturato per aumentare le probabilità di superare la prima fase di selezione.

Il colloquio di lavoro

E una volta ottenuto il colloquio o in occasione di selezioni come quelle che si svolgono durante la nostra job fair TFP Summit? Fondamentale è affrontare il momento con adeguata preparazione. Prima dell’incontro è essenziale informarsi sull’azienda, sui suoi valori e la sua mission, consultando il sito ufficiale e i profili social per comprendere meglio il contesto in cui si potrebbe andare a operare. Arrivare preparati sulle domande più frequenti, come quelle relative alle proprie esperienze, ai motivi della candidatura e ai punti di forza e di debolezza, permette di rispondere con sicurezza e coerenza, evitando esitazioni o risposte generiche. Anche l’abbigliamento deve essere scelto con cura, mantenendo sempre un aspetto ordinato e professionale.

Durante il colloquio è importante avere un atteggiamento positivo: parlare con chiarezza, mantenere il contatto visivo con il recruiter e mostrare sicurezza contribuiscono a trasmettere un’impressione favorevole. Anche il linguaggio del corpo gioca un ruolo cruciale: una stretta di mano decisa, una postura aperta e un sorriso possono aiutare a creare un clima di fiducia. È importante ascoltare attentamente le domande poste dal selezionatore e rispondere in modo pertinente, evitando divagazioni o risposte eccessivamente prolisse. 

Sono ammesse e, anzi, gradite dai selezionatori le domande sull’azienda, la posizione offerta, le aspettative aziendali e le possibilità di crescita interna, che dimostrano interesse e aiutano a distinguersi e a far emergere la propria motivazione.

Il follow-up

Infine, la fase di follow-up. Una volta terminato il colloquio, è buona prassi inviare una breve mail di ringraziamento, per dimostrare apprezzamento per l’opportunità ricevuta e ribadire il proprio interesse per il ruolo. Se dopo una settimana non si riceve un riscontro, è consigliabile inviare un messaggio per chiedere aggiornamenti, mostrando professionalità e attenzione. 

Un ultimo consiglio? Dopo ogni colloquio è utile riflettere sulla propria performance durante l’incontro per individuare eventuali punti di miglioramento e affrontare con maggiore sicurezza le successive opportunità lavorative.

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