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Dai primi interventi al Decreto Rilancio per evitare il collasso di un sistema

L’intervento dell’avvocato Pedilarco sulle misure governative previste per le imprese

L’intervento dell’avvocato Pedilarco sulle misure governative previste per le imprese

Di Job in Tourism, 8 Giugno 2020

Quali sono i punti di riferimento degli interventi governativi per le imprese del turismo? Pubblichiamo l’analisi dell’avvocato Salvatore Pedilarco, founder dell’omonimo studio legale in Milano. Pedilarco si occupa prevalentemente di diritto commerciale, crisi d’impresa e diritto del lavoro in favore di pmi e grandi imprese.

Dopo gli iniziali interventi adottati per le imprese al fine di arginare gli effetti sfavorevoli seguiti al lockdown, lo scorso 19 maggio è stato finalmente pubblicato il tanto atteso Decreto Rilancio.
Era stato sin da subito rilevato, infatti, che le precedenti misure emanate con il Decreto Liquidità, pur avendo un loro ruolo, non potevano bastare a garantire da sole la sopravvivenza di gran parte delle attività segnate dai provvedimenti di contenimento del Covid-19.
A conti fatti sino a ieri le tutele più significative erano quelle preordinate a scongiurare la liquidazione o il più temuto fallimento delle imprese, che prima delle chiusure obbligatorie non mostravano squilibri patrimoniali, ma poiché aventi queste natura provvisoria, nella maggior parte dei casi avrebbero avuto il solo effetto di posticipare il default dell’imprenditore divenuto insolvente.
Di certo gli iniziali provvedimenti non potevano assicurare da soli la continuità delle imprese del comparto turistico-alberghiero, stante la peculiarità del settore che ha di riflesso sofferto una maggiore tensione finanziaria.
Quel che serviva era, dunque, un più vigoroso quanto mirato intervento finanziario, in assenza del quale probabilmente si sarebbe ottenuto il solo effetto di prolungare l’agonia di numerose attività travolte dalla crisi epidemiologica.
Difatti, a dispetto del nome attribuito al precedente Decreto, che ancora oggi è oggetto di correttivi, le imprese al momento hanno visto ben poca liquidità, anche in ragione delle complesse istruttorie bancarie sul merito creditizio.
Con il Decreto Rilancio si vuole oggi ovviare a tale inconveniente e al fine di scongiurare un default collettivo sono stati elaborati una serie di ulteriori aiuti sotto forma di agevolazioni fiscali, anticipi rimborsabili e sovvenzioni dirette.
Per quel che in particolare concerne gli aiuti economici a fondo perduto rileva principalmente l’art. 25, che individua i beneficiari in coloro che esercitano attività d’impresa, lavoro autonomo, titolari di reddito agrario e partite IVA.
Non tutti gli operatori del settore turistico, però, si avvantaggeranno di tale disposizione, dati i limiti temporali previsti dalla norma.
Difficilmente ne beneficeranno le attività stagionali, poiché una delle condizioni per ottenere il contributo è rappresentata dal calo di fatturato se intervenuto nel mese di aprile 2020 rispetto a quello del 2019.
Probabilmente maggior beneficio trarranno queste attività dal tax credit, riconosciuto dallo Stato in favore di famiglie con ISEE fino a quarantamila euro, e dall’esenzione della prima rata IMU 2020, quest’ultima concessa in favore di stabilimenti balneari, termali e alberghi che al contempo godranno anche, al pari di tutti gli altri operatori del comparto, dell’esenzione del saldo Irap 2019 e dall’acconto 2020, di un credito d’imposta pari al 60% delle spese sostenute per la sanificazione e l’adeguamento degli ambienti alle misure di contenimento del virus, nonché del Fondo Turismo istituito nello stato di previsione del relativo Ministero per l’acquisto, la valorizzazione e la ristrutturazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive.
Lecito domandarsi a questo punto se tutte le misure sino ad oggi adottate saranno efficaci per scongiurare il collasso di un settore strategico come quello turistico. Ancora presto per dirlo. Di sicuro le tempistiche, nelle loro molteplici declinazioni, giocheranno un ruolo decisivo.

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