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Da direttore a imprenditore: si può fare?

Sì, risponde Massimo Burchianti, da aprile amministratore al The Regency Hotel di Lissone. Ecco l’esperienza del manager e gli step da seguire

Sì, risponde Massimo Burchianti, da aprile amministratore al The Regency Hotel di Lissone. Ecco l’esperie

Di Mariangela Traficante, 23 Ottobre 2019

Da direttore a imprenditore: è questo il percorso che ha portato Massimo Burchianti, manager alberghiero di lungo corso, a diventare ad aprile scorso l’amministratore di The Regency Hotel a Lissone, 4 stelle in provincia di Monza e Brianza, hotel di cui ha preso anche la gestione.
Burchianti, 47 anni, dai primi anni Duemila ha scalato varie posizioni tra front office manager, vicedirettore, general manager e group revenue e distribution manager in diverse realtà alberghiere italiane, da Jolly Hotels a Idea Hotel Group, fino ad approdare, nel 2011, al Devero Hotel & Spa a Cavenago Brianza (Mb). Una mezz’ora d’auto o poco più separa le due strutture brianzole. In mezzo, la decisione di raccogliere una nuova sfida.
Ma cosa significa oggi compiere questo “salto”? E, soprattutto, è una mossa realizzabile nel mercato attuale e cosa va consigliato ai direttori che vogliano intraprendere questa nuova avventura professionale? Ecco cosa ci racconta Massimo Burchianti.

Domanda: Partiamo dal suo percorso professionale: cosa l’ha portata dal ruolo di direttore a quello di imprenditore alberghiero?
Risposta: “Il cambiamento è nato un po’ per caso, anche se in realtà nulla accade davvero per caso, si verificano situazioni che portano a degli eventi, che sia in maniera diretta o indiretta. Sono stato direttore al Devero Hotel di Cavenago di Brianza diversi anni, una struttura molto bella, complessa e completa, in cui ho ricevuto molte soddisfazioni. Durante questi anni si sono strette conoscenze e stime reciproche. E circa un anno e mezzo fa si è presentata l’occasione di prendere la gestione di questa struttura, The Regency Hotel a Lissone.
C’è stato un tempo di riflessione, durante il quale ho portato avanti diverse valutazioni a livello di fattibilità e di business plan. Tra le valutazioni fondamentali c’è stata ovviamente quella economica, poi quella sulla struttura, che è stata positiva in termini di location, storia ed eventi sulla piazza. E poi naturalmente c’è stata quella a livello professionale. Ho deciso di operare questo cambiamento importante e assumere una nuova sfida per il futuro”.

D. Qual è la sfida principale per ciascuno dei due ruoli? Quale bagaglio si porta dalla precedente esperienza e quali le competenze da imprenditore che magari rischiano di mancare alla direzione?
R. “Per quanto riguarda il livello di competenze e il “saper fare” posso dire che non esiste molta differenza tra il ruolo di direttore e quello di imprenditore alberghiero. Si tratta di due ruoli contigui. Tutte le esperienze di direzione portano benefici all’esperienza da imprenditore. In particolare poi penso che le conoscenze operative – che possono andare dalla relazione col cliente e col team a quella con il fornitore – diano un vantaggio per prendere le decisioni manageriali più corrette. Ci sono decine di tipologie di ruoli di direzione e di imprenditore sul mercato, lavorare sul campo porta a prendere decisioni mirate, consapevoli e ponderate.
Se penso invece a imprenditori con poca esperienza sul fronte direzione ed operatività, il rischio è che possano prendere decisioni con uno sviluppo non positivo.
D’altro canto, nel ruolo della gestione si ha il rischio di impresa e la necessità di avere la visione globale dell’azienda. Naturalmente poi al contrario ci sono ancora tante figure di direttori molto coinvolti e ben coordinati con la proprietà. Ma penso a quelle situazioni, sempre più diffuse soprattutto nel panorama italiano, di direttori che diventano resident manager in ruoli molto operativi ma a cui magari vengono affidate poche leve manageriali in mano: questo vuol dire svilire, svuotare la figura di direttore. Occorre avere ben chiaro dov’è l’azienda, in quale contesto si trova e dove vuole andare.
Penso per esempio a resident manager che gestiscono solo clienti e operatività quotidiana ma non hanno il potere di cambiare le tariffe o di intervenire nella strategia di vendita.
E’ importante quindi non solo il ruolo personale, ma anche quello delle figure di riferimento come la proprietà, c’è bisogno della giusta visione anche da parte degli altri attori in gioco, fondamentale trovare qualcuno che dia in mano leve manageriali. Altrimenti il rischio è avere nuovi direttori carenti della necessaria professionalità e con meno probabilità di diventare anche imprenditori”.

D. Cosa consiglierebbe a chi volesse intraprendere questo suo percorso professionale?
R. “Lo consiglierei, però senza improvvisazione, perché i rischi ci sono, specie nel nostro contesto italiano dove è particolarmente difficile fare impresa. Però dico: è difficile ma non impossibile per chi ne abbia la voglia e i giusti requisiti, si può fare, bisogna operare le giuste valutazioni, senza azzardare troppo. Io non ho trovato ostacoli ma professionisti che mi hanno ascoltato e dato supporto e fiducia e conosco anche colleghi giovani che hanno fatto questo passo e ne sono contenti.
Naturalmente occorre concentrarsi su business plan, due diligence e tutti i vari step da passare prima di aprire un’azienda o una società.
Ma dato il tessuto italiano direi che ci sono le opportunità, perché l’Italia è ricca di strutture medio-piccole che da questo punto di vista possono essere a portata di mano, a differenza di grandi hotel con centinaia di camere dall’accesso difficile per la prima volta”.

D. Un bilancio e uno sguardo al futuro…
R. “In questi primi sei mesi abbiamo gettato le basi a livello commerciale e operativo e stiamo iniziando a raccoglierne i frutti.
Ho scelto di preservare e valorizzare tutti gli aspetti positivi della passata gestione. Naturalmente poi accanto a questo si fanno dei cambiamenti graduali per puntare a migliorie, dal fronte acquisti a quelli di vendita e distribuzione.
I risultati ci sono, anche e soprattutto grazie allo staff, che è molto professionale e si sta davvero impegnando. Ecco, il tema dei collaboratori è comune sia alla figura del direttore che a quella dell’amministratore e imprenditore alberghiero: i risultati si ottengono col lavoro di squadra e con uno staff preparato e volenteroso”.
Anche i prossimi mesi saranno molto impegnativi, sto effettuando anche valutazioni di nuovi ulteriori sviluppi”.

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