Un comparto da circa 4,9 miliardi di euro all’anno. È il segmento dell’industria dei viaggi all’aria aperta (categorie di alloggio e indotto), secondo le stime 2018 dell’Osservatorio del turismo outdoor, realizzato da Human Company, compagnia fiorentina attiva nel settore, in collaborazione con la start-up di data science Travel Appeal.
La ricerca ha in particolare analizzato le performance di 2.500 strutture open-air in Italia, inclusi oltre 130 mila commenti online pubblicati tra maggio e settembre di quest’anno. Le regioni con più offerta di strutture all’aria aperta sono quindi Veneto, Toscana e Puglia. Le stesse, non sorprendentemente, sono anche le mete più frequentate dagli ospiti open-air.
In generale, la proposta è concentrata soprattutto sulle coste italiane, tant’è che le destinazioni marine vengono scelte dal 43,5% dei turisti dell’outdoor. Notevole però è anche la quota di viaggiatori open-air che prediligono le città d’arte (il 36,7%), tra cui spiccano in particolare Venezia, Roma e Firenze. Il sentiment degli ospiti è inoltre generalmente positivo (nell’80,5% delle recensioni online), con i risultati migliori che sono stati conseguiti dall’offerta della Val d’Aosta (apprezzata nell’87,4% dei casi), seguita da quella del Trentino-Alto Adige e della Basilicata (entrambe a quota 85,5%).
Per il 2019 si prevede quindi un ulteriore aumento degli arrivi (+3%), con la Basilicata che dovrebbe fare la parte del leone (+5,9% di turisti outdoor). A fronte di tali previsioni positive, anche il giro d’affari complessivo del comparto dovrebbe infine crescere dell’1,3%.
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