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Credito: difficoltà all’accesso Piano d’impresa necessario per accedere

Di Antonio Piccolo, 19 Aprile 2002

La ricerca di fonti di finanziamento per lo sviluppo operativo dell’azienda e per nuovi investimenti è normalmente uno dei punti cardine dell’attività dell’imprenditore di una azienda di piccole-medie dimensioni. Da alcuni anni il sistema bancario sta attraversando una profonda ristrutturazione sia nell’organizzazione interna (fusioni, concentrazioni, cessioni, ecc.) sia nella gestione dei rapporti con i propri clienti. Chi sta risentendo maggiormente della rivoluzione dei rapporti cliente-banca? Gli imprenditori delle Piccole medie imprese. La perdita dei riferimenti tradizionali, la accresciuta spersonalizzazione dei rapporti, pone l’imprenditore di fronte a strutture bancarie fredde alle esigenze di credito necessarie per poter sviluppare l’attività d’impresa. L’istituzione del sistema di indici finanziari standardizzato che, come deciso a livello internazionale dal comitato di Basilea, sarà applicato da tutte le banche, imporrà alle banche stesse uno standard di valutazione obbligatorio. Pertanto il calcolo del rischio d’insolvenza di colui che usufruisce del credito sarà standardizzato, con il rischio che molte imprese, che non si sono ancora adeguate con strumenti di controllo efficaci, vengano ritenute non idonee al merito creditizio stabilito e rigidamente applicato. E’ quindi necessario che le Pmi adottino metodi di gestione aziendale che siano consoni alle richieste del mercato finanziario. Il piano d’impresa o business plan non è ancora una consuetudine applicata fra gli imprenditori di Pmi, eppure è uno strumento considerato indispensabile per chi si trova a dover decidere la concessione di credito e finanziamenti. Il piano d’impresa rappresenta infatti in modo organico tutti i fattori aziendali (commerciali, produttivi, finanziari) in una prospettiva pluriennale che consente di avere una visione prospettica completa di dove ha intenzione di andare l’impresa. Inoltre gli aspetti economico-finanziari rilevanti della gestione aziendale vengono analizzati sia mediante il calcolo di indicatori, sia mediante il confronto tra i bilanci della stessa impresa o con quelli di altre imprese appartenenti al medesimo settore di attività. Presentare quindi la propria attività d’impresa attraverso uno strumento completo come il piano d’impresa non è solo una dimostrazione di capacità tecnica ma rappresenta una impostazione di cultura imprenditoriale al passo coi tempi. Il passaggio dalla contabilità ordinaria alla contabilità analitica non è più procrastinabile. La contabilità analitica consente infatti di creare un efficace controllo di gestione che va progettato in base alle specifiche esigenze dell’imprenditore. Il controllo di gestione, supportato da sistemi informatici di costo ridotto, consente infatti di avere in modo chiaro e tempestivo tutte le informazioni necessarie all’imprenditore per verificare l’efficienza della sua azienda; verificare e valutare l’impatto delle decisioni dell’imprenditore sul conto economico aziendale; applicare tempestivamente i correttivi sugli scostamenti negativi rispetto al budget. In conclusione nel mondo d’oggi è fondamentale che le aziende dimostrino di saper gestire in maniera organica tutti i fatti aziendali al fine di essere in grado di soddisfare le esigenze non solo dei clienti ma anche delle parti interessate, cioè di coloro che hanno interessi specifici nell’azienda: tra queste parti interessate vi sono certamente gli istituti di credito. In questo quadro ottenere che il sistema creditizio abbia una percezione di reale riduzione del rischio di impresa, non è certamente risultato di poco conto.

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