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Cosa fare al di fuori dell’hotel

Rischio reale e percezioni individuali non sempre coincidono

Rischio reale e percezioni individuali non sempre coincidono

Di Alberto Bellotti, 24 Febbraio 2012

Qualche direttore di albergo si domanderà: «Ma adesso mi tocca fare anche lo sceriffo di quartiere?». La risposta è: no. Ognuno deve fare quello che è capace di fare, quello che la legge gli consente o gli impone di fare, quello che il suo contratto di lavoro prevede. E fra gli obblighi di un direttore di albergo non c’è certamente quello di fare l’investigatore o di pattugliare il suo quartiere o la sua città. I suoi compiti prevedono invece di raggiungere gli obiettivi economici che la sua azienda si è prefissata, anche con l’acquisizione di nuovi clienti e mantenendo fedeli quelli che in albergo ci sono già stati.
D’altronde una criminalità diffusa nelle vie del quartiere, gli atti di vandalismo o di inciviltà ripetuti e frequenti, la sporcizia nelle strade, i mezzi pubblici che non funzionano, i mendicanti petulanti, i lavavetri importuni ai semafori, i venditori insistenti nei parcheggi sono tutti elementi che influiscono negativamente sulla sensazione di sicurezza dei clienti, ancora prima di valutare i pregi e i difetti di un albergo.
La sensazione di insicurezza, infatti, è un sentimento individuale che non coincide sempre con il rischio reale. Chi valuta il pericolo, tenendo conto dei reati verificatisi in zona, o semplicemente della probabilità di accadimento di reati o comportamenti incivili, può anche arrivare alla conclusione che i rischi siano assolutamente limitati perché, in sostanza, i venditori abusivi non sono particolarmente invadenti, mentre la spazzatura in mezzo alla strada rientra nel cosiddetto folclore locale. Il cliente, che passa per la prima volta in una zona e ci resta solo pochi giorni, non ha però il tempo di abituarsi e di capire che non corre rischi. La sua percezione sarà quindi di insicurezza e, se è con la famiglia, il suo pensiero sarà: «Ma dove sono capitato? Appena posso cambio albergo!».
Ma di chi è la competenza a intervenire in questi casi? E poi, potrebbe o dovrebbe? Nel caso degli enti pubblici, le organizzazioni preposte ai vari compiti dovrebbero intervenire. Nel caso dei privati o dei volontari l’intervento avviene, invece, in modo meno vincolante e compatibilmente alle risorse disponibili. Ma chi chiede l’intervento? L’albergo, in particolare, può richiederlo? E nel caso, a chi? Anche queste domande non possono, in realtà, avere una risposta precisa e definitiva. Dipende molto dal potere contrattuale dell’albergo: in un piccolo comune, un grande albergo che porta lavoro a tante persone ha un peso nella vita sociale del paese che non può avere un piccolo albergo in una grande città. Ma nella realtà tutte le organizzazioni hanno piacere di svolgere al meglio il loro lavoro, per cui la segnalazione di un disservizio provoca, prima o poi, un intervento di regolarizzazione della situazione. Il peso del direttore o del proprietario dell’albergo, non certo in termini di chilogrammi, ma di importanza nella vita sociale ed economica della comunità in cui l’albergo opera, l’intensità e la cordialità dei suoi rapporti, funzionali ma anche personali con i responsabili degli interventi, possono influire positivamente o negativamente sulla celerità degli interventi dei vari enti pubblici o privati, e sul più o meno completo soddisfacimento delle richieste avanzate.

La competenza dei vari interventi

Lo Stato ha la competenza generale di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica con i propri organi appositamente costituiti. La legge numero 121-81, che ha sancito il nuovo ordinamento dell’amministrazione della Pubblica sicurezza, prevede espressamente le varie componenti delle forze di polizia cui spetta lo svolgimento delle funzioni di polizia, ai fini della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Queste sono: la Polizia di stato, l’Arma dei carabinieri e il Corpo della guardia di finanza. Vengono, altresì, considerate forze di polizia, e possono essere chiamate a concorrere nell’espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica, la Polizia penitenziaria e il Corpo forestale dello Stato. Con chi avrà quindi contatto il responsabile della security di un albergo, che voglia rappresentare situazioni particolari, al di fuori dell’albergo stesso, per le quali ritenga necessario un intervento dello Stato? Anche qui dipende molto da dove è ubicato l’albergo. Normalmente l’intervento immediato, in emergenza, viene effettuato dalle pattuglie della polizia di Stato o dei carabinieri in servizio nel territorio. Per situazioni più particolari, che non si possono risolvere con un singolo intervento, il referente sarà il comandante della stazione carabinieri competente per territorio, e, salendo di livello, il comandante della compagnia carabinieri o il commissario a capo del commissariato di polizia. Naturalmente il mancato soddisfacimento della legittima richiesta di maggior sicurezza, o di eliminazione di una situazione di rischio, richiede di rivolgersi a un livello più elevato: ai superiori in linea gerarchica o in linea funzionale, come, per esempio, il prefetto o il questore locali. La regione e la provincia, invece, sono enti territoriali locali che dispongono rispettivamente di compiti di coordinamento nel settore della sicurezza e di forze di polizia e di organi tecnici impiegabili direttamente sul terreno in alcuni specifici settori, e che possono quindi dare il loro contributo nel mantenimento dell’ordine e della sicurezza. Nella realtà è però il comune, dopo lo Stato, l’ente pubblico che ha maggiori possibilità di intervento per la risoluzione delle problematiche di carattere generale che influiscono sulla sensazione di sicurezza dei clienti di un albergo. Che sia piccolo o metropolitano, quasi ogni comune dispone infatti di una piccola forza di polizia locale e degli organi tecnici per fronteggiare e risolvere tutti i problemi. Ove non siano istituiti commissariati di polizia, in particolare, è il sindaco a esercitare le attribuzioni di autorità locale di pubblica sicurezza, quale ufficiale di governo a cui compete la qualifica permanente di ufficiale di Pubblica sicurezza. La competenza sarà quindi sua, sia direttamente, sia in sede referente al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica (Cposp). E ciò che si tratti di intervenire sulla piccola criminalità, di prevenire o reprimere gli atti di vandalismo o di inciviltà, di eliminare la sporcizia dalle strade, di far funzionare i mezzi pubblici della propria azienda di trasporto (o di renderne gli orari e le linee più aderenti alle esigenze dei clienti dell’albergo, per non esporli a rischi o a disagi evitabili), di dissuadere l’accattonaggio, di allontanare i lavavetri, di controllare i venditori ambulanti, perseguendo e allontanando quelli abusivi, di aiutare i senza fissa dimora, di allontanare le prostitute, eventualmente ricorrendo anche ai divieti di sosta per le autovetture dei loro clienti, e di tenere in efficienza o migliorare l’arredo urbano e l’illuminazione pubblica. Ma anche le aziende, municipalizzate o comunque con una partecipazione economica e di direzione da parte dei comuni, della provincia o della regione, hanno i propri organi direttivi ed esecutivi, ai quali è indispensabile rivolgersi per richiedere gli interventi ritenuti necessari. Così le associazioni di volontariato sono spesso attive in tutti i settori sociali, sostituendo o integrando lo Stato o gli altri enti pubblici in settori delicati e importanti. Nella prevenzione della piccola criminalità e degli atti di vandalismo sono, per esempio, molte le iniziative in atto da parte di gruppi di volontari. Ma numerose sono pure le associazioni attive nel settore dell’aiuto alle persone senza fissa dimora, ai mendicanti e alle donne obbligate dal bisogno, o con la violenza e la minaccia, a darsi alla prostituzione. I loro interventi possono risolvere molte situazioni. E anche tali associazioni hanno degli organi di direzione, che possono essere contattati. I privati, per ultimi, agiscono normalmente per interesse, immediatamente valutabile nel caso si tratti di un servizio che viene reso dietro pagamento di un prezzo, oppure che darà un beneficio a più lungo termine, migliorando l’immagine di una azienda o facendola conoscere positivamente al pubblico e ai possibili clienti. Rientrano in questa categoria gli istituti di vigilanza e i proprietari degli stabili adiacenti all’hotel. Un intervento importante può, in particolare, essere svolto dallo stesso albergo, o da altre imprese, per migliorare l’arredo urbano, attraverso l’istituto della permuta: l’azienda si impegna a una certa attività, che viene autorizzata dall’ente pubblico, in cambio della pubblicità che ne può trarre, a volte semplicemente installando una targa con il proprio nome. L’ente pubblico non spende, mentre l’impresa ha un ritorno in termini di pubblicità e di miglioramento del decoro urbano.

Ringraziamo per la foto in home page Alex E. Proimos

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