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Coronavirus, la voce di A.D.A.

Di Job in Tourism, 12 Febbraio 2020

Tra le varie voci che si sono sollevate nel comparto del turismo e dell’ospitalità in merito all’emergenza Coronavirus c’è anche quella di A.D.A., l’associazione direttori d’albergo. “Le conseguenze commerciali saranno notevoli e noi siamo soggetti passivi”, ha infatti commentato il presidente nazionale Alessandro D’Andrea dalle colonne del sito dell’associazione, preoccupato per il rischio del crollo delle prenotazioni da un mercato, quello cinese, che prometteva 4 milioni di turisti.
D’Andrea esprime anche la propria solidarietà e apprezzamento per la professionalità dimostrata al direttore dell’Hotel Palatino di Roma, finito sotto i riflettori per via dei due ospiti, la coppia di cittadini cinesi ricoverati e trovati positivi al virus.
“Questa situazione sta già provocando, e continuerà a farlo, ricadute sociali, mediatiche e commerciali che non vanno né sottovalutate ma neanche ingigantite, nella speranza che quanto prima l’allerta possa rientrare. Ecco perché il ruolo degli organi di informazione è centrale per la diffusione di notizie puntuali, scongiurando al tempo stesso allarmismi inutili o infondati. A noi operatori del mondo dell’hotellerie e del turismo non resta che affidarci alle Istituzioni nazionali ed internazionali poiché i controlli in aeroporti, stazioni e porti siano capillari. Non manca ovviamente la preoccupazione legata allo stop dei voli con la Cina. “Già le piattaforme per le prenotazioni hanno introdotto la cancellazione senza penali per il mercato cinese. Inoltre c’è da aspettarsi uno sconvolgimento anche dai mercati europei, medio-orientali, russi e statunitensi dopo la notizia dei casi di Coronavirus a Roma. Purtroppo, come direttori d’albergo, abbiamo un ruolo passivo non potendo far altro che continuare a gestire strutture e servizi sempre al massimo degli standard e nel rispetto delle normative”.
Il presidente di A.D.A. risponde inoltre ai timori che gli alberghi possano essere percepiti come luoghi particolarmente a rischio perché frequentati da clienti provenienti da tutto il mondo, ribadendo invece come “le strutture siano sempre e costantemente sanificate e che gli operatori sono formati per seguire le corrette procedure, anche in caso di eventi particolarmente gravi”.

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