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Congressi&eventi, l’anno della rivincita

Il report annuale dell’Osservatorio di Federcongressi certifica come il settore si sia lasciato definitivamente alle spalle la pandemia. Gli hotel congressuali si confermano la location più utilizzata

Il report annuale dell’Osservatorio di Federcongressi certifica come il settore si sia lasciato definitivam

Di Giorgio Bini, 17 Luglio 2023

Una ripresa solida. È quella dell’industria congressuale italiana certificata dall’annuale Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ASERI. Presentata nei giorni scorsi, la survey ha infatti evidenziato il progressivo ritorno del comparto ai livelli pre-pandamia con il consolidamento della fase di rilancio già avviata nel 2021. 

Gli eventi in Italia

In totale, lo scorso anno in Italia sono stati complessivamente realizzati 303.689 tra congressi ed eventi business registrando un aumento pari al 251,3% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati 21.215.934 (+362,7% rispetto al 2021) e le presenze 31.706.600 (+366,4% rispetto al 2021). I dati rilevati confermano quindi come nel 2022 il turismo congressuale abbia recuperato oltre il 70% degli eventi realizzati nel 2019. Un “massiccio recupero che, avvenuto nonostante il perdurare nel primo trimestre dello scorso anno delle restrizioni dovute al Covid 19 e un contesto geopolitico complesso e incerto – evidenzia l’associazione di categoria – conferma quanto i congressi e gli eventi siano per associazioni e imprese occasioni irrinunciabili di diffusione e condivisione di conoscenza, di comunicazione, di promozione commerciale e di networking”.

Positive sono anche le stime sul 2023 che ipotizzano, entro la fine dell’anno, il recupero del gap rispetto al 2019 o addirittura il superamento del livello di eventi registrato prima della pandemia. Buone anche le prospettive sull’andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi (52,7%) prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022. “Questi dati e i segnali del mercato sono molto positivi, ma questo – ha commentato la Presidente di Federcongressi&eventi, Gabriella Gentile – non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del MICE italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo”.

Hotel congressuali, sedi preferite

Andando più nel dettaglio, il report evidenzia come gli alberghi congressuali si confermino la tipologia più utilizzata concentrando il 77,3% degli eventi totali. Seguono i centri congressi e le sedi fieristico-congressuali, che hanno ospitato il 3,4% degli eventi, le sedi istituzionali con il 9%, gli spazi non convenzionali (6%) e le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) con il 2,5%. La tipologia delle sedi più utilizzate appare direttamente collegata con la tipologia degli eventi più realizzata, cioè gli eventi aziendali. Da questo punto di vista, gli alberghi rispondono in maniera specifica alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention, mentre i centri congressi con i loro spazi espositivi, sala plenaria e sale di sottocommissione ai bisogni dei congressi associativi.

A livello geografico, la maggior parte dei congressi e degli eventi (59,0%) si è svolta al Nord, area che concentra più della metà delle sedi (53%). In particolare, il Nord Ovest con 96.826 eventi ha registrato l’incremento maggiore rispetto al 2021 (+221,8%), recuperando il 74,6% degli eventi del 2019. Il Centro ha ospitato il 24,4% degli eventi, il Sud il 10,4% e le Isole il 6,2%.

I partecipanti

Guardando, invece, ai partecipanti, anche nel 2022 le imprese sono state i principali promotori di eventi: più della metà (52,8%) sono stati infatti eventi aziendali quali convention, meeting e lanci di prodotto. Gli eventi promossi dalle associazioni, soprattutto medico-scientifiche, sono stati il 31,1% mentre quelli promossi dalle istituzioni il 16,1%. Con la ripresa del settore, sono ripartiti anche gli investimenti per aumentare la competitività e rispondere alle rinnovate esigenze del mercato, con interventi che riguardano in particolare la riqualificazione degli spazi interni ed esterni e l’implementazione delle dotazioni audio-video (27,9%), ma anche la formazione del personale e lo sviluppo di strumenti di promozione e comunicazione.

“Il 2022 – ha sottolineato il Responsabile scientifico dell’Osservatorio Roberto Nelli, docente di Marketing dell’Università Cattolica – è stato l’anno delle ‘rivincita’ della meeting industry italiana: gli eventi hanno ripreso con vigore il loro cammino di crescita, bruscamente interrotto due anni prima , e le sedi si sono rimesse in gioco innescando un virtuoso percorso di sviluppo fatto di investimenti nella prospettiva dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della comunicazione”.

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