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Confusione a Berna

Di Antonio Caneva, 11 Gennaio 2018

Camminando per Berna, lungo il fiume, l’attenzione è attratta da due grandi scritte sul muro di una scuola, prospicente uno spiazzo per giochi. La prima recita: «Fussballspiel verboten» (è vietato il gioco del calcio); la seconda, immediatamente sotto, delle stesse dimensioni dice: «Fussballspiel gestattet» (è consentito il gioco del calcio).
Il turismo in Italia ha conseguito nel 2017 un anno record (più 5 milioni di arrivi rispetto all’anno precedente) e anche l’inizio del 2018 si presenta positivo. Tutto bene, quindi: prospettive brillanti che invitano a investire nel settore. Anche qui, come nel caso della scuola di Berna, si può condividere questa visione o considerare il contrario: un paese che si appresta a elezioni politiche dove i vari partiti, in relazione all’alto debito pubblico, fanno promesse elettorali da brivido. Ma anche le notizie dal mondo non sono tali da lasciare tranquilli: l’amministrazione Usa, l’impatto nucleare della Corea e quant’altro…
Le grandi compagnie alberghiere mondiali tendono a mettere le loro bandierine nei paesi turisticamente più importanti e, quindi, anche l’Italia dovrebbe beneficiarne, in un’ottica politica di sviluppo globale. Però anche in questo caso vale la “sindrome di Berna”: da una parte l’attenzione al nostro paese che, contemporaneamente, viene vanificata dalle nostre pastoie burocratiche, dall’elevata tassazione e dal costo del lavoro (pur in presenza di retribuzioni non sempre adeguate), che condizionano gli investimenti e inducono, spesso, a rinunciare alla presenza in Italia.
Il tutto e il contrario di tutto.
Comunque, noi ci apprestiamo al nuovo anno con impegno e ottimismo. E dai primi riscontri ricevuti dalle attività turistico-ricettive si ricava una sensazione positiva. Con l’augurio che, nel corso dell’anno, non si debba, come a Berna, aggiungere una nuova scritta contradittoria.

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