Buona idea, quella del Jolly hotel di Napoli, che lancia un pacchetto di soggiorno inclusivo di itinerari inediti alla scoperta della Napoli sotterranea, misteriosa e intrigante.
Difatti, uscire dai binari del turismo convenzionale, passare dal turismo generico a una pluralità di turismi, e quindi destagionalizzare i flussi spostando la domanda verso mete non soltanto balneari, rappresenta una delle migliori strategie per fronteggiare la crisi del settore.
L’offerta di Jolly hotel è stata battezzata “Napoli tra tesori e delizie” perché, oltre a due pernottamenti in camera doppia, colazione e cena tipica, comprende anche l’ingresso gratuito al Museo Cappella San Severo, una visita a Napoli sotterranea di Piazza San Gaetano, sfogliatella e caffè in una celebre pasticceria di piazza San Domenico.
Ed ecco gli insoliti itinerari suggeriti, che aiutano a scoprire il fascino di una città molto più ricca di segreti di quanto comunemente si pensi:
Leggende sotterranee
Affascinanti sono i percorsi alternativi della Napoli sotterranea, una vera e propria città parallela, ancora da apprezzare. Tra resti greco-romani e catacombe, cave e cisterne, pozzi e cunicoli artificiali e naturali, sono innumerevoli i passaggi segreti che si rincorrono per chilometri da un punto all’altro della città, complice la millenaria stratificazione storica e l’incessante opera dell’uomo per secoli abile modellatore del grande blocco tufaceo su cui la città poggia. I manufatti più antichi risalgono quasi alla preistoria (5mila anni fa), ma sono prima i greci e poi i romani, due millenni or sono, a prelevare dagli strati inferiori le più grandi quantità di tufo. Da via Tribunali, all’altezza della chiesa di San Paolo Maggiore nei pressi di piazza S. Gaetano, bastano 150 gradini a scendere per una insolita escursione nel sottosuolo. Un itinerario di gran suggestione, a tratti rischiarato solo dalla luce di torce e candele, lungo il quale apprezzare anche esperimenti botanici.
Cappella San Severo
Un mondo altrettanto suggestivo ed affascinante è quello della Cappella San Severo. Mirabile esempio napoletano di scultura barocca, fu fondata da Raimondo de’ Sangro, Principe di San Severo e di Castelfranco nel 1750. Una delle opere più famose e ammirate al mondo custodita nella Cappella è il Cristo Velato. Il principe di San Severo commissionò il grande “Cristo Morto” allo scultore napoletano Giuseppe Sanmartino. Lo scultore scolpisce, scarnifica il corpo senza vita del Cristo, che a fine lavoro risulterà sorprendentemente realistico ed espressivo. La leggenda vuole che il velo non sia di marmo, bensì stoffa finissima marmorizzata dal principe mediante un procedimento alchemico.
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