Il cambiamento di governo, che dovrebbe condurre anche a un cambiamento di politiche, quanto inciderà su quel fondamentale motore dell’economia italiana che è il turismo? La nuova collocazione ministeriale di questo settore, ora associato a una serie di altri comparti che nell’insieme corrispondono a un italian lifestyle, gioverà al necessario rilancio sul mercato internazionale? Il ministro Rutelli lavorerà realmente alla promozione del marchio Italia in sinergia con i soggetti regionali e locali?
Presto per dirlo, ma intanto è interessante scoprire cosa ne pensa e come si muove sul piano promozionale un comune turisticamente importantissimo come quello di Firenze.
«Almeno a livello di parole sono molto d’accordo sull’impostazione che ha dato Rutelli, poi ovviamente occorrerà vedere i fatti», risponde Silvano Gori, assessore alle Attività produttive, alle Politiche per il turismo e Sistema moda, fiere, mostre, mercati e promozione internazionale del Comune di Firenze. Un bel ventaglio di incarichi che si spiega anche con il profilo di Gori, perito tessile nato ad Agliana (Pt), negli anni Settanta fondatore di lanifici e aziende innovative, negli anni Ottanta e Novanta presidente di vari organismi industriali del tessile a livello locale e nazionale, nel ’94 eletto deputato, anche presidente dell’Associazione “Bambini di Belém”.
«Ho appena concluso una conferenza stampa di un’ora – spiega – per presentare un’importante operazione turistica tra Firenze e Ningbo, il secondo porto della Cina, che verrà collegato a Shanghai con un ponte di 32 chilometri. Una copia in bronzo a grandezza naturale del David di Michelangelo è partita dal porto di La Spezia ed è attualmente in viaggio. Il 5 ottobre raggiungerà Ningbo che ce l’ha chiesta per collocarla il 22 ottobre in una loro importante piazza come simbolo permanente di Firenze, con una cerimonia cui parteciperanno alti rappresentanti del governo cinese. Il David sarà anche l’immagine scelta per il manifesto della “Settimana della cultura fiorentina in Cina” che si svolgerà al Fashion Festival di Ningbo in uno stand di 500 metri quadrati dove esporremo il meglio della nostra produzione, l’eccellenza nell’oreficeria, nella moda, nel tessile, negli accessori. Avremo workshop con gli albergatori, con i tour operator locali, con le scuole di moda».
L’evento, organizzato dal Comune di Firenze, dall’assessorato alle Attività produttive e dall’Associazione toscana Italia-Cina, rientra nelle manifestazioni contenute nel protocollo d’intesa siglato nel 2004 dall’assessore Gori e dal sindaco di Ningbo Yu Hongyi, in occasione della prima visita a Firenze di una delegazione da Ningbo. In prospettiva, questa serie di incontri fa supporre un interesse cinese a investire su Firenze.
«Questa circostanza può rappresentare una grande occasione sul piano culturale, commerciale e turistico anche per la Toscana e l’Italia – prosegue l’assessore -. Al termine della conferenza, ho invitato a partecipare al progetto l’ente regionale Toscana promozioni, perché è opportuno che d’ora in avanti una città che prende iniziative per promuoversi all’estero sia inclusa in un quadro più vasto. Qualcuno mi ha preso da parte meravigliato per chiedermi come mai, ma a me sembra un fatto assolutamente naturale. La regione è il soggetto istituzionale che ha il compito di coordinare iniziative. Sono necessarie politiche nuove per promuovere il brand Italia, e quando si deve creare coordinamento occorrono soluzioni condivise a vari livelli». Una visione di marketing turistico aperta e lungimirante, il punto è sapere se sarà adottata anche a livello governativo.
«Ho appena scritto a Rutelli, che ha la delega al made in Italy, spiegando l’iniziativa e il suo valore economico. Alla luce della dichiarata volontà di cambiamenti per mettere a sistema il settore del turismo italiano gli ho chiesto il patrocinio del governo. Occorre un filo conduttore, si deve razionalizzare, si deve rappresentare oltre a sé stessi la regione e la nazione, altrimenti qui si rischia la logica del campanile, mentre invece quel che serve sono le sinergie. Ad esempio, prima di andare in Cina nello scorso ottobre per preparare l’iniziativa, ho chiesto agli assessori Salvadori di Venezia e Garavaglia di Roma l’autorizzazione a recare con me un loro messaggio scritto di saluto, e alcuni doni da portare come sistema Italia. Dobbiamo costruire un’immagine che abbia un peso, perché non è che basta dire Italia. A questo proposito ho svolto una piccola indagine conoscitiva in Cina, e ho chiesto: quale paese è in cima al vostro sogno turistico? Che domande, mi hanno risposto tutti: la Spagna!»
In effetti, occorrerebbe fare le proporzioni e rendersi conto dell’enormità di un Paese come la Cina rispetto al nostro, che potrebbe apparire come un francobollo sul mappamondo. A volte anche alcuni nordamericani (sarà che in generale non sono forti in geografia) non sanno proprio bene chi siamo, se non fosse per il grande prestigio di cui in numerosi campi l’Italia gode. Talvolta sono le singole realtà territoriali a essere note, più che il Paese nel suo insieme, come probabilmente accade per la Toscana.
«Certo, il brand Toscana è unico però non è autosufficiente, è bene lanciare e far conoscere sul mercato internazionale anche qualche città minore. Naturalmente a livello europeo è legittimo che ognuno vada per sé, perché tutti sanno cos’è l’Italia, ma nel resto del mondo? Secondo me, per valutare le nuove politiche del turismo, il primo appuntamento reale è capire questa nuova Enit, cosa sarà, cosa farà, quanto sarà diversa e quanto uguale a prima. Saremo capaci di rompere con il passato e proporre cose nuove? Ad esempio, per conquistarsi il turismo incoming dalla Cina la questione dei visti è importantissima: se non possono venire, cosa andiamo a proporre? A Firenze avremmo un segmento di turismo delle famiglie cinesi che hanno figli da noi alla scuola di moda, una nostra eccellenza. Vorrebbero venire a vederli, ma c’è il problema del visto. I tempi vanno accelerati. E – conclude Gori – un altro punto importante, a mio parere, è portare ai tavoli col governo non solo le regioni e le province ma anche le principali città turistiche che in Italia rappresentano un unicum e sono davvero un motore nazionale, quindi devono essere ascoltate».
Notizie su Ningbo
Ningbo, sulla costa cinese orientale, a sud della foce dello Yangtzè, nella provincia dello Zhejiang, rappresenta uno dei principali ingressi al Paese. Nei tempi antichi, Ningbo era il luogo di partenza dei commerci marittimi della seta. Porto cinese, da sempre fra i più importanti per il commercio con l’estero, ora offre una zona di sviluppo economico e tecnologico a livello nazionale, la Ningbo tax-free zone. Il Pil è cresciuto del 16,7% rispetto al 2004. È divisa da Shanghai dalla Baia di Hangzhou. Nel 2008 sarà completato un lunghissimo ponte di 36 chilometri che collegherà Ningbo con Shanghai. La precedente edizione del Fashion Festival di Ningbo, che presenta moda maschile, femminile e per bambini, con 2.200 stand su 50 mila metri quadrati e 400 espositori, ha richiamato 32 mila operatori da 94 Paesi.
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