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Comunicazione per hotel indipendenti

Le basi, le tecniche e i piccoli trucchi di una strategia di pubbliche relazioni con stampa e media

Le basi, le tecniche e i piccoli trucchi di una strategia di pubbliche relazioni con stampa e media

Di Guido Bernardi, 21 Febbraio 2013

Costruire un progetto di comunicazione efficace per un piccolo hotel indipendente è funzione di molte variabili. Dipende da dove si trova l’hotel: al mare, in città, in montagna, in una località famosa o meno; dalla tipologia: di charme, business, stile Relais & Chateaux; dipende poi molto dalla capacità dell’hotel di offrire e creare peculiarità: una cucina ricercata e/o innovativa, un beauty center bello ed efficiente, pacchetti accattivanti.
Ciò che è necessario è il cosiddetto aggancio di notizia e in questo il comunicatore deve essere di supporto al proprietario e al direttore. L’efficacia della comunicazione è cioè legata moltissimo alle notizie interessanti che si riescono a creare e dare: alla stampa, alle agenzie, al web, alla clientela. Così come è inutile iniziare un piano di comunicazione senza creare eventi, iniziative e quindi notizie, è altrettanto sprecato essere creativi e non comunicarlo. Soprattutto per un hotel di piccole dimensioni, è necessario, se non fa parte di un grande gruppo, configurare, prima di partire con la comunicazione, una strategia di marketing, nel senso più ampio del termine. Gli obiettivi cui bisogna mirare sono quelli di dare all’hotel un’immagine ben definita e di far sì che tale immagine esca.
Come dicevamo, a seconda di categoria, tipologia, localizzazione, vocazione e mercato potenziale, è necessario individuare una possibile collocazione di immagine e comunicarla. È molto difficile, per esempio, pretendere che l’hotel venga percepito di charme a Metanopoli, ma è altrettanto errato voler creare l’immagine di hotel attento alla gastronomia col ragazzino, magari volenteroso, ma sempre ragazzino, in cucina. L’hotel di Metanopoli potrà collocarsi come hotel business, efficiente, con un ottimo rapporto prezzo qualità; e magari, se c’è una rete di aziende nella zona, provare, investendo, anche la strada della buona cucina.
Fatto ciò bisogna comunicarlo. E qui incominciano altre difficoltà. L’albergatore italiano, in genere, vede la comunicazione solo in funzione di sostituzione alla pubblicità; normalmente, e non solo per i piccoli, l’idea di creare un’immagine non passa nemmeno per la testa: bisogna riempire l’albergo, ci si sveglia all’ultimo momento e si fa la promozione. Normalmente, naturalmente, non funziona.
Altro errore tipico è quello di affidare la comunicazione all’impiegata carina ed estroversa o al figlio-figlia, in smania pierre. Anche questo non funziona. Comunicare non è semplice: bisogna avere la capacità di sintesi, il senso della notizia; non basta conoscere qualche giornalista. Il «per piacere me lo pubblichi» può funzionare una volta, due, poi…
Il comunicatore, per il turismo come per qualsiasi altro settore, deve invece saper individuare, nell’attività dell’azienda oggetto di comunicazione, le notizie suscettibili di interesse per il media attraverso il quale si vuol comunicare. È ben diversa la notizia che può interessare al Corriere della Sera, al Sole 24 Ore, a Chi o a Dove.
L’abilità del comunicatore sta nel dargli il taglio giusto; magari, come dicevamo, costruendo l’attività che può essere interessante comunicare. Facendo un esempio: se varie testate ti chiedono se l’hotel ha un pacchetto per San Valentino, perché stanno pensando a un pezzo sull’argomento, anche se non c’è, non è previsto, lo costruisci, lo crei e lo comunichi nella maniera più adatta al tipo di testata che te l’ha chiesta. Ritornando alla costruzione dell’immagine, ci deve poi essere un filone costante, un leit-motiv che ritorna: abbiamo deciso di puntare sul rapporto prezzo-qualità? È necessario, in ogni promozione e conseguente comunicazione, ribadire il punto. Lo stesso per cucina, servizio, design o altro.
Un altro errore frequente, inoltre, è la sporadicità delle iniziative: fatta la visita, la conferenza stampa, il comunicato, poi, per mesi si tace. È errato, quell’hotel deve diventare un punto di riferimento per quel luogo, categoria, tipologia; ma tutto ciò necessita costanza, attenzione, creatività e soprattutto professionalità.

Chi è Guido Bernardi

Lericino, viaggiatore sia per professione sia per diletto, Guido Bernardi gira il mondo da quando era adolescente, con una predilezione per arte e natura; odia shopping & similia. Laureato in scienze politiche e giurisprudenza, e con un phd in international relations, pratica il giornalismo dal 1973 e scrive di turismo e finanza. La sua professione principale è quella di comunicatore, negli stessi due campi: gli alberghi e i luoghi in armonia con la natura sono il frutto di una predilezione e di una sorta di analisi oramai quarantennale. Ama il bello tanto meglio se coniugato con il sano. Fra i clienti che ha seguito: Costa Smeralda, Savoy Group, Orient-Express, Relais & Chateux, Small Luxury Hotels, Kempinski Grand Hotel Des Bains St.Moritz, Kempinski Palace Portorose, Kempinski Hotel San Lawrenz, Kempinski Hotel Das Tirol, Aeg, Cisco, Casa Savoia, Banca Syz. È inoltre presidente e cofondatore di Violet Management, la società creata insieme a Gabriele Burgio e Samantha Williams.

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