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Cina, la lunga marcia dell’hôtellerie

Di Marco Beaqua, 24 Novembre 2006

Secondo le previsioni della World tourism organization. il paese della Grande muraglia diverrà il principale mercato turistico del mondo entro il 2020. Da poco raggiunto il quarto posto, sorpassando proprio l’Italia, la Cina continua a registrare risultati molto incoraggianti che, grazie anche all’esponenziale crescita economica del paese, favoriscono gli investimenti nelle infrastrutture per il trasporto e l’accoglienza.
La Caac (Civil aviation administration of China) ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire una cinquantina di nuovi aeroporti entro il 2010. L’iniziativa si inserisce in un piano strategico complessivo che coinvolge l’intero sistema aeroportuale del paese. Secondo Gao Hongfeng, viceministro dell’aviazione civile, 270 milioni di passeggeri in più transiteranno per gli scali cinesi nei prossimi quattro anni; ciò corrisponde a un incremento del 14,5% rispetto al livello attuale. Per rendere il paese in grado di sostenere tale volume di traffico, le autorità cinesi hanno previsto uno stanziamento di 17,4 miliardi di dollari che, oltre alla costruzione dei nuovi aeroporti, consentirà la trasformazione degli scali di Beijing, Shanghai e Guangzhou in altrettanti hub internazionali state-of-the-art e degli aeroporti di Chengdu, Kunming, Xi’an, Wuhan e Shenyang in hub regionali.
Gli sforzi della Cina, per rendere il suo mercato turistico appetibile al resto del mondo, sono davvero a 360 gradi. Ne è un esempio il lancio della campagna governativa per il miglioramento e la standardizzazione dell’inglese parlato in Cina, in vista delle olimpiadi di Beijing del 2008. Ma non solo. Anche nelle destinazioni più marginali del paese si assiste a un sostanziale miglioramento delle infrastrutture: quest’anno, in luglio, è stata inaugurata la prima ferrovia che collega la regione autonoma del Tibet con il resto della Cina. La linea Qinghai-Tibet parte da Xining, nel Nordovest del paese, e termina a Lhasa. Il suo tragitto tocca alcune delle città più importanti della Cina come Beijing, Shanghai e Guangzhou. Lunga 1.956 chilometri, ha il sapore eroico delle ferrovie di altri tempi: 550 chilometri della nuova strada ferrata attraversano terreni completamenti gelati. La nuova linea ferroviaria ha avuto immediate ricadute positive sull’industria turistica della regione del Tibet che, pur rimanendo marginale, nei primi dieci mesi del 2006 ha fatto registrare un aumento dei viaggiatori stranieri pari al 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
In tutto questo, l’industria alberghiera non sta certo a guardare e cresce a ritmi travolgenti. Un recente studio della Lodging econometrics, la società di statistica americana leader nel campo dei beni immobili dell’hôtellerie, stima che nei prossimi tre anni in Cina prenderanno il via 316 progetti di costruzione di nuovi hotel, per un totale di 107.725 camere. È il paese con il tasso di sviluppo di infrastrutture per l’accoglienza più elevato nell’intera regione dell’Asia Pacifico, e il secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti. La crescita interessa l’intero territorio nazionale anche perché, in molte importanti città cinesi, l’offerta di camere è attualmente insufficiente. Lo sviluppo è particolarmente accelerato a Beijing, dove le imminenti Olimpiadi stimolano a serrare i tempi: 36 nuovi progetti, per un totale di 11.288 camere, porteranno all’inaugurazione di sette nuovi hotel entro fine anno, 15 nel 2007 e 12 all’inizio del 2008. A Shanghai, invece, i ritmi sono più blandi, ma è la quantità a impressionare: con 43 hotel nei prossimi tre anni e 13.957 camere, la città si prepara all’esposizione internazionale del 2010. Macao, la Las Vegas dell’Asia, progetta 24 nuovi alberghi con una capienza media di 746 camere, per un totale di 17.909 stanze. In altre sei città (Tianjin, Guangzhou, Ningbo, Chengdu, Shenzen e Sanya), nei prossimi sei anni si stima la progettazione di 66 nuove strutture, di cui 44 già in costruzione.
Protagonisti di questo boom dell’edilizia turistica sono soprattutto le grandi catene internazionali che, per via di acquisizioni o di nuove costruzioni, cercano di entrare in un mercato dalle potenzialità apparentemente illimitate. Compagnie come Marriott, Starwood, Hyatt, Intercontinental, Hilton, Carlson, Choice, Shangri-La e Wyndham investono sempre maggiori risorse in Cina, anche in considerazione del continuo incremento di redditività dell’industria alberghiera del paese: secondo l’HotelBenchmark survey della Deloitte, infatti, durante i primi otto mesi del 2006 il ricavo medio per camera degli hotel cinesi è aumentato dell’8,7% rispetto a un anno fa. Un incremento dovuto soprattutto all’innalzamento delle tariffe medie. Hong Kong, Beijing e Shenzen, nell’ordine, sono le città che hanno fatto registrare i risultati migliori.
Da non sottovalutare, infine, le prospettive della Cina per i viaggi d’affari. È il terzo «Business travel’s China business travel survey» di American express a rivelare che nel 2005 le imprese hanno speso 7,41 miliardi di dollari in viaggi aerei per la Cina, rendendo quest’ultima il quarto mercato più importante al mondo per il business travel.

Il caso Hyatt

Sono dodici i nuovi Hyatt in apertura nei prossimi tre anni in Cina. Grahame Carder, vicepresidente marketing per l’area Asia Pacifico, spiega le strategie del gruppo: «Il nostro sviluppo in Cina sarà selettivo: ci concentreremo sui centri principali e sulle località turistiche. Punteremo soprattutto su qualità e immagine del brand».
Sono tre i Park Hyatt in costruzione. A Beijing l’apertura è prevista per settembre 2007. Il complesso occuperà 350 mila metri quadrati, con una lobby sotto le stelle in cima a un edificio di 63 piani: 237 camere, una spa esclusiva, ristoranti e bar. Previste anche eleganti strutture di tipo residenziale e un nuovo centro commerciale, il Park Life che, sotto la gestione Hyatt, conterrà boutique esclusive, ristoranti e altre attrazioni.
A inizio 2008 si inaugurerà il Park Hyatt Ningbo resort & spa sul lago Dongqian, scenografica località a circa due ore di macchina da Shanghai: 232 camere distribuite tra bassi edifici e ville private, con spa e servizi ricreativi. Il terzo Park Hyatt aprirà a Shanghai, sempre nel 2008: 175 camere in cima al Shanghai world financial center, con vista magnifica sulla città, più spa, ristoranti, bar e sale riunioni.
È un Grand Hyatt, invece, quello che vedrà la luce a fine 2007 a Guangzhou. Situato nel distretto degli affari della città, disporrà di 400 camere lussuose, sette ristoranti e bar, piscina coperta, palestra, spa, oltre a una vasta offerta per il Mice.
Due anni più tardi aprirà il Grand Hyatt Shenzen. L’hotel è parte dell’ambizioso progetto City crossing, l’avveniristica ed estesissima area commerciale in costruzione all’interno del distretto finanziario della città: 400 le camere previste, oltre a servizi per il business traveller.
Infine, sono sette gli Hyatt Regency in progetto: due apriranno alla fine di quest’anno a Dongguan, Cina del Sud, e a Baodi, vicino a Tianjin. Nel 2007 sarà inaugurata una struttura a Shanghai, mentre a data da destinarsi sono previste aperture a Chengdu, Chongqing, Nanjing e Suzhou. I dodici nuovi alberghi andranno ad aggiungersi ai sette Hyatt già presenti sul territorio cinese.

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