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Champagne: come e dove

Di Anna Goffi, 28 Aprile 2006

Champagne: sono in molti ad apprezzarlo, ma pochi conoscono appieno i motivi della sua unicità.
Del resto, non a caso, si usa il medesimo nome per identificare sia il mitico vino sia la regione francese dal quale proviene. Infatti natura, tradizione, lavoro umano, uniti a una precisa regolamentazione, fanno di questo prodotto, che nasce da condizioni geologiche e climatiche specifiche non riscontrabili in nessun’altra parte del mondo, qualcosa di speciale. La regione Champagne presenta scarso irraggiamento solare, con temperatura fino a un massimo di 10, 5 ° C e piovosità moderata, mentre il terreno, con i suoi sedimenti calcari e gessosi, che conferisce gusti particolari alle uve, ha una grande capacità di immagazzinare acqua.
Per far capire l’ampiezza e la ricchezza di sapori che una bottiglia di Champagne contiene, l’Asa, Associazione stampa agroalimentare, ha organizzato per i giornalisti soci, unitamente al Centro informazioni Champagne di Milano, una degustazione ad hoc.
L’incontro è avvenuto all’Hotel Mirage di Milano, su indicazione di Giancarlo Pastore che, in qualità di consulente alberghiero, ha segnalato la squisita disponibilità del proprietario Raffaele Paletti.
«Per l’elaborazione di questo vino – ha spiegato Domenico Avolio del Centro informazioni Champagne – vengono utilizzati solo tre vitigni: il Pinot Nero, il Pinot Meunier e lo Chardonnay. Il Pinot Nero, uva nera a succo bianco coltivata per lo più nella zona di Reims, dona ai vini aromi di frutti di bosco e conferisce loro corpo e struttura. Il Pinot Meunier, anch’esso nero a succo bianco, si trova soprattutto nella Valle della Marna, dà ai vini rotondità e profumo grazie alla sua versatilità e morbidezza. Lo Chardonnay, uva bianca coltivata nella Cote des Blancs, è il vitigno della finezza. Ha aromi floreali e talvolta quasi minerali. Lo Champagne nasce dall’assemblaggio di questi tre vini, che possono appartenere a varie annate purché provenienti esclusivamente dalle zone della Champagne. Spetta alle Maison e ai vignaioli, che curano le loro vigne come fossero giardini e raccolgono i grappoli esclusivamente a mano, elaborare e proporre la vasta gamma esistente. La tavolozza di possibili sfumature è infinita e in una bottiglia possono esserci fino a 40 vini di tipologie Champagne diverse».
Nascono così i brut, i rosé, le cuvée speciali, i demi sec. I millesimati, invece, comprendono soltanto vini della stessa annata e la decisione di millesimare uno Champagne avviene solo se la vendemmia è stata eccezionale.
Dal momento che gli Champagne possono essere suddivisi in quattro differenti famiglie, di corpo, di spirito, di cuore e d’anima, quattro erano i vini in degustazione.
Guidava la degustazione Delphine Géraud, enologa preposta alla comunicazione per il Comité interprofessionnel du vin de Champagne, che ha sottolineato come uno Champagne di corpo sia sensuale, intenso, con aromi di spezie e frutti di sottobosco.
Gli Champagne di spirito sono vivaci, delicati e leggeri e si distinguono per le loro sensazioni vegetali e agrumate. Gli Champagne di cuore, facilmente rosé o demi-sec, presentano aromi di pasticceria, cannella, miele, mentre quelli d’anima, maturi, complessi, ricchi, con bouquet di spezie preziose e delicate, si trovano soprattutto tra le cuvée speciali e i millesimati.

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