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Cattaneo: in hotel, flessibilità

Di Anna Romano, 24 Ottobre 2003

Ad Agrate Brianza, alle porte di Monza, strategicamente situato nei pressi delle tangenziali e degli imbocchi autostradali, l’hotel Colleoni è una location particolarmente adeguata alla clientela business, grazie anche alle sue sei sale congressi dotate di una completa e sofisticata attrezzatura tecnologica e multimediale, al comodo parcheggio e all’eliporto.
Con 163 camere e 10 suite, l’american bar, il ristorante, la palestra, naturalmente l’esigenza di personale preparato e all’altezza dei compiti è continua. Già da tempo, per risolvere ogni emergenza, il responsabile operativo Francesco Cattaneo si rivolge a cooperative esterne.
Proveniente dal settore tessile, dove era responsabile della manutenzione, tredici anni fa Cattaneo decise di cambiare completamente tipo di lavoro ed entrò al Colleoni, un mondo alberghiero che lo ha affascinato per la varietà di esperienze e di stimoli. “Mi piace perché è un mondo in movimento, non chiuso su se stesso, e in particolare trovo molto interessante seguire i meeting”, precisa. Da una decina d’anni si occupa del personale e di tutte le questioni connesse.
“La scelta di usare personale esterno per buona parte dei servizi è ormai un fatto scontato. Attualmente siamo in rapporto con Outsourcing Solutions, con cui ci troviamo molto bene. Ma in precedenza, con altre cooperative, abbiamo avuto esperienze non sempre positive. A volte si sono verificati conflitti fra il personale dipendente e quello esterno, qualche gelosia, qualche rivalità, il timore di essere sostituiti… Magari accadeva che il personale interno si mettesse a cercare il pelo nell’uovo, criticando il modo di eseguire un lavoro. Sono problemi che si possono risolvere, secondo me, semplicemente dividendo molto bene i compiti fra il personale esterno e quello interno”.
I settori nei quali finora all’hotel Colleoni si sono avvalsi del personale di cooperativa sono facchinaggio, lavapiatti, servizio ai piani, camere. Ora si progetta di estendere il ricorso ai servizi esterni anche per il portierato notturno, il ricevimento, la ristorazione e il servizio ai tavoli. Sembra quindi di capire che nel futuro prossimo questa diventerà una pratica sempre più frequente.
“Preferiamo usare il personale di cooperativa per una serie di motivi. Un albergo non è una fabbrica, il lavoro in albergo non è un lavoro d’ufficio con orari e tempi molto precisi. Occorre disponibilità, flessibilità. Se mi si presenta un’emergenza e l’albergo è pieno proprio il sabato e la domenica, ho bisogno di personale capace di farvi fronte. A volte, con i dipendenti più legati a una concezione rigida del lavoro, nascono problemi su questo punto. Alla cooperativa, invece, in qualsiasi momento posso chiedere e ottenere il personale che mi serve. Inoltre, il ricorso all’outsourcing è vantaggioso anche dal punto di vista economico, perché è la cooperativa a farsi carico di tutta una serie di aspetti contrattuali”, spiega Cattaneo.
Gli elementi nuovi forniti dalla cooperativa vengono tenuti in prova per una settimana, affiancandoli ai dipendenti e formandoli. Se tutto va bene, entrano a far parte di un bacino di una decina circa di lavoratori che ruotano in una sorta di turn-over e in un certo senso diventano abituali, imparando così a conoscere gli standard specifici dell’hotel, e a rispettarli. Attualmente, la proporzione fra lavoratori di cooperativa e dipendenti è più o meno della metà: 10/12 esterni e una ventina di interni. “Noi non licenziamo nessuno. Ma nel futuro, via via che i nostri dipendenti raggiungeranno l’età della pensione, per le mansioni generiche ricorreremo sempre più spesso all’outsourcing. Ovviamente questo discorso non vale per il personale qualificato, che continuerà a essere interno”, conclude Cattaneo.

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