Job In Tourism > News > Hospitality > Carovita, cambiano le abitudini ma senza rinunciare al viaggio

Carovita, cambiano le abitudini ma senza rinunciare al viaggio

I dati dell'ultima rilevazione condotta da Doxa per BWH Hotel Group Italia sulle tendenze in fatto di driver di scelta dell'hotel, digitalizzazione, customer experience e sostenibilità

I dati dell'ultima rilevazione condotta da Doxa per BWH Hotel Group Italia sulle tendenze in fatto di driver

Di Job in Tourism, 14 Marzo 2023

Inflazione e carovita stanno impattando, e continueranno a farlo, sulle abitudini di viaggio degli italiani che, tuttavia, conservano la voglia di viaggiare – sia per piacere che per lavoro. È il dato principale che emerge dalla ricerca “Smart travellers: gli italiani, gli hotel, i viaggi nel 2023”, condotta da BVA Doxa per BWH Hotel Group Italia, presentata nei giorni scorsi a Milano. A confermarlo il dato secondo il quale per il 38% dei viaggiatori il budget di spesa dedicato ai viaggi è rimasto immutato rispetto all’anno precedente, mentre per una quota pari al 23% è addirittura aumentato.

Certamente, il carovita incide sui comportamenti di spesa ma – ha rilevato Doxa – di fronte all’aumento dei prezzi, le persone preferiscono attuare scelte diverse, utili a contenere i costi, piuttosto che rinunciare. Ad esempio, viaggiare con meno frequenza durante l’anno, per periodi più brevi, in bassa stagione o scegliendo mezzi di spostamento più economici, ma senza per questo  smettere di viaggiare.  Secondo il report, nella ricerca di strategie alternative messe in campo per risparmiare ai primi posti c’è anche la ricerca di strutture alberghiere che consentano di spendere meno, opzione valida per il 43% del campione dei viaggiatori leisure, mentre alla ricerca dei soluzioni alternative agli alberghi si ricorre solamente nel 28% dei casi.

Come si sceglie l’hotel

Quello che certamente non cambia – evidenzia la ricerca – sono, invece, i driver principali di scelta dell’hotel che rimangono, come in passato, il rapporto qualità-prezzo (al primo posto nel 62% dei casi), la pulizia e il rispetto delle norme sanitarie e la posizione. Grande rilevanza – soprattutto per il target dei viaggiatori d’affari – hanno anche parametri quali la qualità della colazione, la disponibilità di parcheggio e l’affidabilità del brand.

Digitalizzazione, ovvero…

La survey di Doxa ha fatto, poi, il punto sulle tendenze in fatto di digitalizzazione e customer experience. Ovvero, quali sono le “esperienze digitali” oggi più apprezzate dagli ospiti in hotel? Senza troppe differenze tra viaggiatori leisure e business travellers, al primo posto si conferma la “smart room”, dotata di dispositivi come l’apertura della porta tramite smartphone (27%), seguita dalla possibilità di accedere ai servizi streaming dal proprio account (23%), dalle chat per parlare con il ricevimento e acquistare servizi aggiuntivi (24%) fino ai monitor interattivi nelle aree comuni per chiedere assistenza o avere informazioni sulla destinazione (17%), mentre i comandi in camera con assistenti vocali non risultano particolarmente ricercati (9%).

Prenotazioni dirette in crescita

La digitalizzazione coinvolge, chiaramente, prima di tutto il processo di prenotazione, che avviene tramite siti web o app nel 71% dei casi. Cresce, in modo particolare, la quota di prenotazioni effettuate direttamente, tramite i siti degli hotel, che nel caso del business travel raggiunge quota 36% (33% per il leisure). A essere particolarmente ricercata su un sito web o un app quando si prenota è, innanzitutto, la convenienza, con offerte, promozioni e pacchetti multi-servizio (fondamentali per il 73% di chi prenota). Seguono usabilità del servizio (72%), sicurezza su check-out e pagamenti (per il 54%) e la presenza di recensioni e suggerimenti di viaggio, particolarmente apprezzati da chi si sposta per piacere (47%).

Focus business travel

Tra le tendenze specifiche relative ai viaggi di affari, una su tutte riguarda il cosiddetto bleisure, che ha visto il 55% dei viaggiatori d’affari intervistati aver prolungato il soggiorno di lavoro con una vacanza di piacere nel corso delle ultime trasferte. In generale, anche se il 32% del campione ha confermato di aver ridotto le proprie trasferte rispetto al 2019, il 20% ha dichiarato di averle incrementate, con una tendenza al rialzo in questi ultimi mesi. Si è, dunque, tornati a viaggiare per lavoro, principalmente per seguire eventi e convegni, nel 43% dei casi, per fare visita a clienti e fornitori (36%), per motivi di formazione (33%) e per trasferte presso un’altra sede (29%).

Viaggi sostenibili (solo se possibili)

Infine, in fatto di mobilità, le abitudini delle persone non sembrano essere cambiate molto rispetto al passato. Ciò che emerge, piuttosto, è la modesta sensibilità all’utilizzo di mezzi con minor impatto ambientale. Un dato – evidenzia Doxa – riconducibile all’atteggiamento generale delle persone verso il tema “sostenibilità”, che risulta ben presente agli italiani, ma ancora molto influenzato, nel passaggio al lato pratico, dalle condizioni di contesto che rendono possibili e vantaggiose scelte meno impattanti. Un messaggio chiaro ad aziende e brand, ai quali spetterà interpretare questa nuova sensibilità facilitando il passaggio a comportamenti più virtuosi.

 

 

 

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati