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Cantieri vivaci in Europa

Per i prossimi anni sono oltre 1500 i progetti alberghieri in sviluppo. A guidare la classifica è il Regno Unito nonostante la Brexit

Per i prossimi anni sono oltre 1500 i progetti alberghieri in sviluppo. A guidare la classifica è il Regno

Di Giorgio Bini, 4 Marzo 2020

Il mercato immobiliare europeo è in buona salute per quanto riguarda glu sviluppi alberghieri, e anzi tocca nuovi record. A dirlo è Rolf W. Schmidt, fondatore e ceo di Tophotelprojects che ha portato nuovi dati alla platea del Tophotelworldtour a Londra tenutosi nelle passate settimane. Per investitori e proprietari il momento è favorevole, spiega l’esperto: nella “pipeline” del Vecchio Continente ci sono 1.548 progetti in arrivo nei prossimi anni, prospettiva positiva visto che i flussi turistici in Europa sono attesi in crescita del 4% nei prossimi anni.

E nonostante i venti di Brexit, diventati poi realtà, è ancora il Regno Unito a detenere lo scettro, confermandosi il Paese al top in termini di sviluppi alberghieri in Europa, un segnale positivo per una nazione che, proprio a causa delle burrascose negoziazioni sull’uscita dall’Ue nei tre anni passati, era stata un po’ una spina nel fianco dell’Unione.
Al momento in Gran Bretagna sono 363 i progetti in cantiere, che dovrebbero condurre a 53,226 camere entro il 2024. Naturalmente la gran parte saranno concentrati a Londra, dove sono 90 gli hotel attesi. Ma anche Dublino, in Irlanda, si difende bene, con 32 strutture in cantiere.
Ma sotto la lente di ingrandimento per vedere come procederà l’industria nei prossimi anni non c’è solo l’Europa: si può osservare un trend di crescita del turismo in aree come l’Asia Pacifico, le Americhe e il Middle East.
In particolare il Nord America, dopo una flessione negli anni passati, sta sperimentando un nuovo boom di investimenti grazie all’economia in forze in questo periodo che ha permesso agli Stati Uniti di superare la rivale Cina, e staremo a vedere se il divario aumenterà a causa degli effetti negativi del Coronavirus.
Tra gli altri mercati in buona progressione segnalati da Schmidt ci sono il Messico e l’Australia, il primo grazie anche al supporto governativo, la seconda per merito di un incremento delle attività del mercato negli ultimi tre o quattro anni.

Il perché dei nuovi brand
Nella sua analisi l’esperto si concentra sui segmenti alto e luxury, anche se, ribadisce, è difficile oggi stabilire cosa sia davvero per esempio un 4 stelle. In termini di brand, Hilton ha superato Marriott in Europa come numero di progetti in corso, grazie per esempio al brand Hampton by Hilton che ne ha 48 in sviluppo.
E a proposito di marchi, Schmidt dà anche la sua interpretazione in merito al fiorire di nuovi brand – in primis i cosiddetti “lifestyle” nelle compagini dei grandi gruppi e non solo: “Ufficialmente si tratta dell’intenzione di focalizzarsi su nuovi target, ma in realtà così facendo l’obiettivo è quello di essere d’appeal per gli investitori con nuovi marchi accattivanti”. Inoltre, si tratta anche di un modo per consolidare la propria presenza in alcune regioni e destinazioni dove sarebbe difficile raddoppiarla o comunque intensificarla con un unico brand. E, infine, da non sottovalutare neanche la spinta positiva che l’ampliamento dei brand può avere sulla fidelizzazione dei clienti, sempre più difficile.

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