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Candidature e risposte

Di Antonio Caneva, 25 Febbraio 2016

«Vi sottopongo la mia candidatura perché desidero avvicinarmi a casa, a Milano». Peccato che nel testo della ricerca fosse chiaramente indicato che la posizione era a Roma.
«Sono un giovane ambizioso, ho appena finito la scuola alberghiera, e desidero misurarmi in una sfida importante». Peccato che l’inserzione fosse per la ricerca di un general manager con esperienza, per un importante albergo.
Una candidatura di uno chef de rang per un ruolo di capo ricevimento e, viceversa, quella di un segretario di ricevimento per una posizione di food & beverage manager.
Solo esempi di cosa spesso succede nella ricerca di collaboratori.
Ormai, la consuetudine di inviare i cv via mail ha semplificato le procedure, tanto che con un click chiunque si sente intitolato a proporre la propria candidatura, a ragione o a torto, con il risultato di intasare le caselle postali.
Quando ero giovane i cv si mandavano per posta e ciò implicava un discreto impegno personale: bisognava scrivere la lettera, affrancare la busta, andare alla cassetta della posta per spedirla e, per essere sicuri di ricevere una risposta, soprattutto in Svizzera, si usava acquistare un buono, da allegare, che corrispondeva al valore di un francobollo; l’albergo l’avrebbe poi cambiato all’ufficio postale con un bollo e ciò avrebbe garantito la risposta.
Recentemente un lettore si è lamentato perché le aziende non rispondono (veramente ha detto che è poco corretto). E posso capire il disagio di chi attende un riscontro alla propria candidatura: il lavoro è una cosa talmente importante che, quando manca, condiziona la vita delle persone. Chi non è coinvolto, non riesce a rendersi conto appieno di quanto frustrante possa essere attendere un cenno di risposta e non essere contattati, in un senso o nell’altro.
Purtroppo l’estrema facilità nell’inviare i cv ha reso quasi impossibile rispondere a tutti; spesso le candidature ricevute sono parecchie centinaia, anche se, come dicevo, molte sono inviate a sproposito.
Questa è una nuova realtà e, quello che sino a poco fa era la norma (rispondere), non è più attuale; il modo di operare, in tutti i settori, condizionato dallo sviluppo informatico, ha reso inattuali una serie di comportamenti e, seppure a malincuore, bisogna prendere atto di una realtà modificata.

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