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Cambiare nella continuità

Di Antonio Caneva, 31 Marzo 2006

Viviamo in un’era di cambiamenti; siamo partecipi di una realtà in continuo divenire che talvolta rincorre se stessa, per il semplice gusto di cambiare. Si modificano le metodologie di approccio alle necessità quotidiane, si perde la memoria di ciò che ci ha accompagnato per lunghi tratti della nostra esistenza (siano negozi, giornali, servizi, prodotti) e si vive sempre più il contingente, in una sorta di realtà virtuale, una specie di grande film, dove la vita è raccontata attraverso gli strumenti informatici: noi sempre meno attori e sempre più spettatori.
A Job in Tourism crediamo che, in una società dove governa la discontinuità, la tradizione rappresenti un grande valore e quindi siamo soliti affrontare con prudenza i cambiamenti.
A nostro avviso, la prudenza non vuole dire retroguardia ma rispetto dei valori condivisi; siamo convinti che cambiare si possa, però non soltanto per il gusto dell’innovazione fine a se stessa.
Abbiamo molti progetti nel cassetto, alcuni solo abbozzati, altri a uno stadio avanzato; intendiamo comunque procedere con cautela, metabolizzando e facendo metabolizzare le innovazioni che a mano a mano s’inaugurano e così, anche ora che abbiamo deciso per un rinnovamento della prima pagina del nostro giornale, abbiamo preferito introdurre elementi che non si discostassero troppo da quella impostazione che nel tempo ci ha resi familiari ai lettori, che ci gratificano con la loro attenzione.
Recentemente abbiamo anche aumentato di quattro pagine la foliazione del giornale, dando più spazio agli articoli (prestando particolare attenzione a quanto riguarda il benessere, inteso come servizio, sempre più popolare, fornito dalle strutture turistiche), ma anche in questo caso l’abbiamo fatto sottovoce, con la premura di non gridare troppo e lasciare che siano le cose a parlare per noi.
Sono stato a Roma nei giorni scorsi e il primo temporale ha annunciato l’arrivo della primavera; in sintonia con la stagione, anche noi in redazione sentiamo scorrere nuova energia e voglia di fare per la nostra attività che si avvicina ai dieci anni, a quell’età in cui una volta ci si metteva finalmente i pantaloni lunghi perché si diventava grandi.

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