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Breve viaggio nelle eccellenze dell’enogastronomia trentina

Di Alessandro Circiello, 23 Ottobre 2009

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È una terra, quella trentina, che presenta una straordinaria varietà ambientale. In pochi chilometri quadrati si passa dal clima subcontinentale della Valle dell’Adige a quello mediterraneo della Valle dei Laghi e del Garda. E proprio queste sue caratteristiche rendono la zona particolarmente ricca di varietà enogastronomiche di qualità. A cominciare dal salmerino alpino del Trentino: una specie ittica di fiume, come tante altre che stanno oggi tornando di moda nei ristoranti, la cui carne si presenta soda, tenera, magra e asciutta, con un delicato sapore di pesce e con un odore tenue e fragrante d’acqua dolce. Un altro grande prodotto tipico del Trentino è poi il formaggio, soprattutto quello prodotto nelle malghe. Molto noto e apprezzato è, per esempio, il puzzone di Moena (già presidio Slow Food). Il segreto del suo aroma penetrante risiede nella stagionatura, durante la quale ogni forma è periodicamente spugnata: un lavoro faticosissimo, perché ogni settimana occorre girare le forme, una per una, nonché bagnarle con uno straccetto imbevuto d’acqua. E le forme restano in magazzino per un minimo di 80 giorni, fino a un massimo di sei-sette mesi. Da dove sia arrivata in Val di Fassa la tradizione della lavatura non è peraltro noto: gli unici altri esempi di croste lavate in Italia sono la fontina e il taleggio. Non esiste, però, nessuna documentazione storica che provi il passaggio di tale tecnica in Trentino, ma i testimoni garantiscono che si è sempre fatto così, sin dal tempo dei nonni e dei bisnonni. La forte personalità di questo formaggio ben si sposa, in particolare, con i vini aromatici, per esempio, con il Trentino doc Traminer, purché di buon corpo, oppure con un classico Teroldego Rotaliano doc.
Tra i migliori formaggi della zona non va, inoltre, dimenticato il Trentingrana, fin dal 1926 prodotto solo con latte proveniente da mucche di piccoli e medi allevamenti a conduzione familiare. Si tratta di animali cresciuti con la buona aria di montagna e alimentati in maniera sana e molto curata: ottimo foraggio naturale, mangimi esclusivamente non Ogm e divieto di uso di insilati (ossia di cibi trattati nei silos). Il Trentingrana non ha, però, fretta di maturare: lo troviamo, infatti, sulle nostre tavole dopo aver compiuto 18 o 24 mesi di stagionatura e ogni anno se ne producono circa 100 mila forme. Formaggio semigrasso, dunque con il giusto apporto calorico, si distingue per le sue caratteristiche di dolcezza e d’aroma.
Dulcis in fundo, il Trendodoc è il metodo classico esclusivo made in Trentino, che sfrutta le particolari condizioni ambientali del territorio, per far maturare vitigni Chardonnay e Pinot nero ideali come base per lo spumante, perché capaci, dopo la rifermentazione in bottiglia, di esprimere tutte quelle caratteristiche esclusive, quali sapidità, acidità e profumi, che sono la qualità di un metodo classico in grado di fare la differenza. Il Trentodoc è, infatti, uno dei metodi classici più stappati in Italia. Basti dire che ogni tre bottiglie consumate nel nostro paese, una porta impresso sull’etichetta il marchio trentino.

RICETTA
Tortel con gusti e sapori di montagna
Ingredienti per 4 persone:
patate a pasta bianca g. 600, tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, ricotta di malga g. 200, frutti rossi g. 100, insalatina valeriana g. 100, sale qb.
Procedimento:
grattugiare le patate crude e unirvi del sale in modo da far perdere loro i liquidi. Cuocere in padella con poco olio. Accompagnare con la ricotta di malga, i frutti rossi padellati e l’insalatina.

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