Bentley, il nome subito evoca immagini di eleganza e di lusso. Ed è per questo, oltre che per una segreta passione del presidente per quel tipo di auto, che il Gruppo Turin hotels international lo ha scelto per battezzare il nuovo hotel 5 stelle lusso di Genova, nell’ex palazzo Ilva in via Corsica, nel quartiere di Carignano.
Un po’ di mistero circonda l’operazione, ad esempio il direttore è già stato scelto ma ancora non se ne divulga il nome. L’apertura è prevista fra un anno, intanto i lavori di ristrutturazione procedono secondo la tempistica prevista a cura dello Studio Simonetti, che abitualmente accompagna Thi nelle sofisticate e rigorose operazioni di restyling, con grande rispetto delle caratteristiche originali e forte capacità d’innovazione tecnologica. Ne è un esempio il Golden Palace di Torino, magnificamente rivisitato.
«Per scelta, Turin hotels preferisce puntare su ciò che già esiste, ama recuperare palazzi di grande pregio architettonico e storico, legati a un’immagine di fascino che comunica identità ed eleganza», spiega Claudio Schenardi, executive sales & marketing director di Thi.
«La strategia di sviluppo di Turin hotels international è caratterizzata da due aspetti fondamentali – conferma il presidente Amato Ramondetti -, la scelta di strutture in Italia, facenti parte del nostro patrimonio storico e artistico, e la volontà di diffondere all’estero il prestigioso marchio Made in Italy nel settore dell’ospitalità. Il binomio ‘tradizione e riconversione’ ha avuto un esordio positivo per noi con il Golden Palace di Torino, ricavato nel palazzo che fu sede della Toro Assicurazioni: riteniamo di poter ripetere lo stesso successo a Genova».
L’intervento di riqualificazione dello storico palazzo, in disuso da tempo, ha richiesto un investimento complessivo di 30 milioni di euro ed è stato promosso da Coopsette, che ne è proprietaria. Una decisione giunta a colmare un vuoto nella ricettività cittadina. Dal 1985, difatti, Genova era priva di un hotel 5 stelle lusso, ma la rinnovata vivacità di sviluppo che ne ha rilanciato l’immagine a livello internazionale come destinazione business e leisure ha reso evidente la necessità di rendersi nuovamente competitiva nel tourist market mondiale.
Un elemento sottolineato anche dal sindaco Giuseppe Pericu alla presentazione del progetto Bentley: «Il turismo, sia tradizionale sia congressuale, sta assumendo sempre maggiore importanza, e conseguentemente la nostra ricettività deve adeguarsi ai nuovi target e alle mutate esigenze – ha affermato -. Un positivo miglioramento in questo senso è stato registrato in occasione del ruolo di Genova ‘Capitale europea della cultura’ nel 2004, ma occorre fare di più. Genova deve poter essere in grado di fornire un’accoglienza adeguata a tutti i livelli. Per questo siamo particolarmente soddisfatti di questo progetto che doterà nuovamente Genova di un hotel a cinque stelle. L’ultimo albergo di questa categoria, il Columbia, aveva cessato l’esercizio alla fine degli anni ’80. L’apertura del nuovo Bentley hotel costituisce un ulteriore passo in avanti per rendere la nostra città migliore e sempre più attrattiva».
Il target di clientela previsto per l’hotel Bentley sarà un mix nazionale e internazionale. Oltre a tre sale meeting e a un centro benessere, l’albergo avrà un ristorante à la carte « molto trendy, molto speciale, sarà una sorpresa, per ora non si può dire di più», aggiunge misterioso Schenardi. Non è un segreto, invece, il nuovo sito di Thi, rinnovato e potenziato in ogni sua parte, con un nuovo motore di ricerca che renderà ancora più agevole il booking on line. «Ma senza dimenticare il tradizionale booking telefonico, un contatto personale che per molti nostri clienti resta importante, soprattutto quando vogliono farsi assegnare la miglior camera possibile».
L’hotel
Un po’ di storia
Il palazzo di via Corsica venne realizzato nel 1929 come sede per la società Ilva da Giuseppe Crosa di Vergagni. L’intera opera di Crosa di Vergagni viene ritenuta conservatrice, razionalista e “gradevolmente tradizionalista”, pur nell’adesione ai modi decò tipici del primo Novecento. Nel caso del palazzo Ilva intento del committente, la più grande industria siderurgica italiana, fu quello di avere una sede prestigiosa che sottolineasse, anche nel suo aspetto estetico, l’importanza della nascente industria siderurgica di Stato. Il progettista realizzò quindi un palazzo tradizionale di proporzioni eleganti, arricchito da decorazioni e elementi architettonici tipici dell’ambiente genovese. Le due facciate principali su via Corsica e via Ilva (tracciata appunto all’epoca della costruzione della sede della società, e ad essa intitolata) hanno una struttura classica e si rifanno alla tradizione modernista tedesca. Rivestite in marmo verde, con lesene e fregi scolpiti, ispirati ai temi del lavoro operaio e delle acciaierie, presentano finestrature sottolineate da elementi in marmo chiaro.
La ristrutturazione
Gli interventi vengono effettuati nel rispetto dei valori architettonici dell’edificio, nella salvaguardia dei canoni stilistici dell’epoca originaria, in particolare per le facciate principali che rimarranno pressoché inalterate. All’interno verrà mantenuto il parziale riempimento del cavedio ai piani più bassi, effettuato durante le modifiche degli anni passati per ottenere nuovi locali. Particolari impegno e cura verranno dedicati nella scelta e nella realizzazione di impianti e finiture, fondamentali per il raggiungimento degli standard qualitativi richiesti da strutture alberghiere di alto livello. La ristrutturazione prevede la realizzazione di camere e suite dotate di particolari standard di comfort e arredamento: in particolare le suite, situate al piano attico, saranno dotate anche di terrazze.
Nell’ingresso è stata ripristinata la forma ottagonale originale (l’edificio è della fine degli anni ’20) mantenendone la pavimentazione esistente in marmi policromi con disegno geometrico. Per le pareti è stato scelto un rivestimento in marmo verde delle Alpi proveniente dalla stessa cava da dove originariamente provennero anche la pavimentazione e il rivestimento della facciata, risalendo al medesimo fornitore che fortunatamente aveva in deposito due blocchi dello stesso materiale e della stessa cava. Un’uniformità di stile e di materiali per hall e reception; quest’ultima pensata a forma di chiglia di nave.
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