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Ospitalità extralberghiera: la fotografia del settore

Host, ospiti, volume d'affari, tendenze, digitalizzazione e abusivismo: ecco chi sono e come operano i bed and breakfast e le altre strutture ricettive italiane non alberghiere

Host, ospiti, volume d'affari, tendenze, digitalizzazione e abusivismo: ecco chi sono e come operano i bed an

Di Job in Tourism, 18 Marzo 2025

È un quadro composito quello che emerge dall’ultimo rapporto di Bed-and-breakfast.it, la piattaforma di viaggio dell’extralberghiero che ha scattato la fotografia del settore attraverso un sondaggio tra le realtà iscritte, che ha raccolto poco meno di 1800 risposte. Qual è, dunque, il profilo degli host e delle aziende a cui fanno capo? Chi sono gli ospiti che preferiscono soggiornare in questo tipo di strutture? Qual è il giro d’affari che generano? E quali sono i nuovi trend dell’offerta? Ecco i dati principali emersi.

Chi sono gli host

La categoria più numerosa tra le realtà dell’extralberghiero che hanno risposto al sondaggio è quella dei B&B senza partita IVA (45,4%), seguita dagli affittacamere (14,8%) e dalle locazioni brevi/turistiche (13,1%). Tuttavia – evidenzia il report – gli affitti brevi, che costituiscono oltre il 50% del mercato extra-alberghiero secondo le ultime stime ISTAT, risultano sottorappresentate rispetto alla loro diffusione effettiva.

Quasi il 50% delle strutture coinvolte nel sondaggio è nel Nord, seguito da Centro, Sud e Isole, riflettendo la concentrazione turistica ed economica. Le strutture si distribuiscono tra grandi città (15%), borghi e città medie (altro 15%) e aree naturali (oltre un terzo), intercettando sia turismo culturale che naturalistico.

I dati rivelano un settore prevalentemente composto da piccole strutture a gestione familiare, con un’età media dei gestori superiore ai 45 anni e una forte presenza femminile. Molti avviano l’attività come seconda occupazione o post-pensionamento, mentre oltre il 60% degli host gestisce la struttura da solo con un numero limitato di 2 o 3 camere, confermando la natura familiare del settore.

Il volume d’affari

Dal punto di vista economico, il settore sta mostrando segnali di stabilizzazione, con un calo delle difficoltà finanziarie rispetto agli anni precedenti. Infatti, la percentuale dei gestori che dichiarano di non avere difficoltà finanziarie è passata dal 30,2% del 2014 al 45,3% del 2025 e i “benestanti” sono più che raddoppiati dal 2016. Tuttavia, la stagionalità e la capacità ricettiva limitata continuano a incidere sui ricavi, che si aggirano intorno ai 26.500 euro annui, con un prezzo medio per notte che varia tra 60 e i 100 euro, con una concentrazione nella fascia tra i 71 e gli 80 euro.

Gli ospiti

Dal punto di vista della clientela, il settore attira sia turisti italiani che stranieri (pari al 60%), con una prevalenza di viaggiatori provenienti da Germania, Francia e Paesi Bassi. Gli ospiti sono principalmente coppie, con un’età tra i 41-55 anni che soggiornano in media per 1-3 notti, con quasi il 50% che si ferma due notti. L’aspetto più apprezzato dagli ospiti è senz’altro l’accoglienza dell’host per il 76% degli ospiti; seguono poi la qualità dell’alloggio, la posizione e l’offerta della colazione. Il prezzo? Conta, ma non è il primo criterio di scelta, evidenziando piuttosto la ricerca di autenticità e comfort.

Il trend pet-friendly

In fatto di tendenza, l’analisi ha indagato l’atteggiamento verso l’ospitalità dei viaggiatori a 4 zampe: poco meno del 40% delle strutture li accetta senza restrizioni, una quota simile li esclude, mentre il 17,6% li valuta in base alla taglia, per motivi legati alla gestione degli spazi. Circa un terzo dei gestori convive con animali da compagnia (soprattutto cani e gatti) e tende ad essere più aperto all’accoglienza pet-friendly. Tra questi, il 92,3% non ha mai ricevuto lamentele, confermando che, se ben gestita, la presenza di animali d’affezione non crea disagi agli ospiti.

Sensibilità ambientale

C’è poi la sostenibilità, tema sempre più rilevante, con il 94,8% delle strutture che utilizza lampadine a basso consumo e il 35% che ha installato pannelli solari, contro appena il 5% delle abitazioni italiane, segnalando una sensibilità ambientale superiore alla media nazionale e una crescente consapevolezza sui benefici delle energie rinnovabili.

Promozione e marketing

Per quanto riguarda la promozione online, oltre il 93% dei gestori registra la propria struttura su siti quali Bed-and-Breakfast.it e simili, confermando le OTA come principale canale di prenotazione. In particolare, Bed-and-Breakfast.it (61,1% di voti) e Booking (60,3%) sono le piattaforme più apprezzate dai gestori. Nonostante la crescente digitalizzazione, l’utilizzo di strumenti per la promozione diretta è ancora limitato: il 27,2% impiega Facebook e il 21,6% Instagram, ma solo il 6,5% investe in pubblicità a pagamento. Google ADS è usato dal 7,6%, confermando la scarsa adozione di strategie autonome.

Burocrazia e obblighi

C’è poi il tema e abusivismo: il Codice Identificativo Nazionale (CIN) introdotto a cavallo tra il 2024 e il 2025, è stato visto da oltre la metà dei gestori come uno strumento utile per contrastare l’abusivismo, ma considerato da quasi il 40% come un obbligo burocratico inutile o inefficace per la regolamentazione del settore. Infatti, il 75% dei gestori ritiene la normativa italiana troppo complessa e il 60% chiede un’unica piattaforma nazionale per il CIN e il CIR. “Seppur il settore extralberghiero dimostri una buona capacità di adattamento agli obblighi normativi – sottolinea il report – esso soffre il peso di una burocrazia frammentata e di procedure che, sebbene digitalizzate, risultano ancora macchinose”.

Check-in e software gestionali

L’accoglienza personalizzata continua a distinguere il settore, con l’80% degli host che gestisce il check-in di persona, mentre solo il 5,4% ha implementato il self check-in. Anche nel caso di arrivi fuori orario, un problema che riguarda più del 90% dei gestori, solo il 16,6% utilizza il self check-in per gestirli. Sempre parlando di digitalizzare l’accoglienza, l’uso di software gestionali come PMS e Channel Manager è limitato: quasi la totalità degli intervistati (94,8%) non usa app per il check-in, più della metà (56,7%) gestisce tutto manualmente, mentre solo il 34,9% ha software gestionali completi.

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