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Assotravel chiede maggiore chiarezza sugli adeguamenti carburante

Di Job in Tourism, 4 Luglio 2008

Una dura presa di posizione sul tema degli adeguamenti carburante applicati in queste settimane da parte dei tour operator e dei vettori aerei a seguito della crescita del prezzo del petrolio. È quanto ha rilasciato, in un comunicato recentemente inoltrato alla stampa, il presidente di Confindustria Assotravel, Andrea Giannetti. La dichiarazione, secondo quanto si legge nello stesso comunicato, è rivolta, in particolare, al sottosegretario di stato presso la presidenza del consiglio dei ministri, Michela Vittoria Brambilla, mentre con l’Astoi (l’Associazione nazionale tour operator italiani), il presidente di Assotravel si propone di rinvenire assieme i punti essenziali di una regolamentazione virtuosa in materia, da proporre al settore sotto l’egida delle istituzioni.
«La pioggia d’integrazioni che i consumatori devono versare in questi giorni presso le agenzie di viaggio, su indicazione dei tour operator, per le prossime partenze da qui a luglio e ad agosto e relativamente a pacchetti acquistati anche due o tre mesi fa è un fenomeno, seppur in crescita negli ultimi anni, non più sostenibile», sostiene, in particolare, Giannetti nel documento. «In agenzia di viaggio si assiste a volte a più aumenti nel corso del tempo per lo stesso pacchetto. In altri casi l’entità dell’aumento supera i limiti di revisionabilità del prezzo previsti dalla legge e corrispondenti al 10% del prezzo totale, lasciando il consumatore di fronte alla scelta se rinunciare alla programmata e agognata vacanza, seppur senza penali, oppure accettare incrementi anche di 150-200 euro su pacchetti del valore di 400-500 euro al momento dell’acquisto. Mi riferisco, in questo caso, ad alcuni casi relativi a viaggi per Sharm el Sheik con partenza in giugno. Ancora, gli aumenti sono differenti tra tour operator e tour operator, pur relativamente alla stessa destinazione e utilizzando il medesimo vettore aereo. Per noi di Assotravel resta chiaro che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e che spesso gli operatori sono in qualche modo ostaggio dei vettori aerei, a loro volta alle prese con gli aumenti del prezzo del petrolio. Ma una situazione come quella attuale che tutti noi sperimentiamo direttamente quando facciamo rifornimento con le nostre vetture, non esime dall’esigenza di fare chiarezza e di privilegiare gli operatori corretti che da una maggiore trasparenza non hanno che da guadagnare».

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