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Arezzo, lo sviluppo sostenibile dei Country resort

Di Stefano Lombardini, 10 Giugno 2005

La provincia di Arezzo e la sua economia stanno registrando performance molto positive, con indici che collocano il territorio ai vertici della graduatoria nazionale del benessere e d,ella qualità della vita stilata ogni anno dal Sole 24 Ore, in linea con una domanda turistica e sociale di sviluppo sostenibile.
L’offerta alberghiera si presenta con un forte tratto di discontinuità rispetto al decennio passato: Arezzo, capoluogo che sfiora i 100mila abitanti, conta ora una ventina di strutture (+30% rispetto a 10 anni fa) per un totale di 800 camere (+40%). Le nuove aperture sono tutte collocate nella fascia alta del mercato, la formula è quella dell’albergo commerciale di categoria upscale, 4 stelle, full service. Se in questo mercato si va forse verso la saturazione, si prepara nel contempo il terreno per investimenti più mirati in un segmento di offerta che ancora può crescere: il modello ricettivo che negli ultimi 5 anni si è conquistato una sua visibilità nelle province dell’Italia minore è quello del Country resort.
La Toscana ha un forte vantaggio competitivo in questo campo perché la destinazione è da sempre vista come sinonimo di natura, ambiente, cultura, storia, arte, campagna, vino, gastronomia. È in aumento su tutto il territorio regionale il flusso di turismo verso le strutture extralberghiere in genere, reso possibile dalla grande crescita di offerta ricettiva in formule come gli alberghi diffusi inseriti in castelli e borghi storici, i relais, gli agriturismi quelli veri, gli appartamenti in campagna, i bed & breakfast di qualità.
Più piccole sono le dimensioni di queste strutture, alberghiere o extralberghiere, più urgente diventa la necessità di sviluppare politiche commerciali sempre più attente e meticolose, alla ricerca di nicchie e di passioni che facciano da calamita della curiosità e delle decisioni di acquisto da parte del cliente. In questo senso internet è il canale pubblicitario principe. In futuro anche la piccola impresa alberghiera dovrà considerare l’ufficio commerciale come un pilastro dell’attività aziendale, al pari degli investimenti sostenuti per la gestione della reception o della ristorazione.
Immaginando un investimento in provincia di Arezzo, o comunque in province che abbiano una morfologia del territorio collinare, lievemente digradante, l’idea più ricorrente per realizzare un nuovo albergo è sicuramente quella di una struttura ricettiva disposta in un contesto ambientale di ampia vegetazione, in un polmone di verde insomma, con ricca disponibilità di spazi e supporti per l’attività sportiva, per il relax e il benessere in genere. Questa realtà alberghiera, sviluppata su alcune decine di camere, tradizionali, junior suite, suite imperiali, magari combinate con bilocali in formula Rta (residenza turistico-alberghiera) deve contemplare rigorosamente la presenza di attività di ristorazione. Si può andare dal tradizionale ristorante sul modello agrituristico, per grandi volumi di accoglienza, al ristorantino gourmet, se s’intende recuperare e riconvertire una dimora storica particolarmente intima. Al ristorante a la carte va affiancata la gestione di servizi completi per banchetti, ricevimenti, cene sociali, incentive aziendali, in grado nel loro insieme di far convogliare nelle casse dell’albergo il 50-60% del fatturato totale.
Perchè si possa raggiungere redditività la struttura dovrà incassare almeno 1 milione di euro all’anno, traguardo che i semplici tassi di occupazione alberghieri, spesso fermi attorno al 45-55%, con ricavi medi camera che si collocano generalmente sotto i 100 euro, non possono garantire se non in (piccola) parte. Il core business è nella ricettività, ma intesa come cornice di un’offerta di servizi che trova il suo appeal nella ristorazione.

lombardini@teamwork-rimini.com

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