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Apertura alla comunità e riflettori sul food & beverage

Il Four Seasons Hotel Milano ha una nuova direttrice generale: Andrea Obertello racconta i prossimi step, tra spirito internazionale e senso di appartenenza

Il Four Seasons Hotel Milano ha una nuova direttrice generale: Andrea Obertello racconta i prossimi step, tra

Di Mariangela Traficante, 31 Luglio 2019

La definisce una città dal potenziale enorme, energica, e che “rappresenta, agli occhi di turisti e uomini e donne d’affari stranieri, innovazione, design e ispirazione”. Milano è il nuovo indirizzo di Andrea Obertello: da giugno è direttrice generale del Four Seasons Hotel meneghino di via Gesù, ma di fatto la compagnia alberghiera è già da lungo tempo la sua casa. La manager, infatti, vanta una lunga carriera nei Four Seasons di cinque Paesi differenti, e porta questa sua esperienza globetrotter nella città più internazionale di Italia. Quali saranno i prossimi progetti? Lo racconta in questa intervista.

Domanda: Come descriverebbe il Four Seasons Hotel Milano che ha incontrato: che tipo di struttura ha “trovato” e quali sono i suoi progetti per il prossimo futuro?
Risposta: “Rimane uno dei migliori in città, vanta una storicità e unicità incredibili, in una location d’eccellenza. Aperto nel 1993 è riconosciuto come esempio da seguire per l’industria dell’hôtellerie di lusso: dunque nulla di diverso da quello che mi aspettavo di trovare. Lavoro nella compagnia da 15 anni, e qui ritrovo uno spirito che non sembra quello di un hotel ma di una residenza di lusso. Mi sono sentita a casa, e quando si ha questo senso di appartenenza si lavora non solo per ottenere risultati dal punto di vista del business, dello sviluppo e dell’eccellenza del servizio, ma anche perché ci si tiene davvero.
Per quanto riguarda i prossimi progetti, un aspetto molto importante è quello di rinforzare e continuare a far crescere i rapporti con la clientela locale, secondo me è fondamentale. Non necessariamente chi viene ospite, ma tutta la comunità, per la quale mi piacerebbe sviluppare qualcosa in termini di sostenibilità, territorio, ma anche partnership: Milano continua a crescere in modo esponenziale, non più solo per la moda e il business, ora c’è tanto di più, e intendo lavorare su questo rapporto con la comunità locale, con i key player e gli stakeholder, mantenere il rapporto con gli ospiti storici e con chi torna frequentemente, oltre che naturalmente con i nuovi.
In secondo luogo, poi, porteremo avanti il lavoro, già iniziato, su un’offerta food & beverage molto forte, con il riposizionamento del nostro ristorante La Veranda sotto la guida del nostro executive chef Fabrizio Borraccino, per farlo diventare un punto di riferimento per la clientela internazionale e locale. E infine, ma più a lungo termine, porteremo avanti un rinnovamento completo dell’hotel, dalle camere alle sale meeting agli spazi comuni, ma sarà nei prossimi anni. In ogni caso comunque non ci sarà una chiusura”.

D. Qual è il bagaglio delle sue precedenti esperienze professionali che intende mettere a frutto e applicare a Milano?
R. “Avere esperienza internazionale dà un bagaglio implicito di conoscenze: ho lavorato con oltre 50 nazionalità diverse in concomitanza, e questo si rispecchia nel servizio perché avere l’opportunità di vivere tante realtà diverse insegna ad adattare metodologie e modi di lavorare, ed è un buon mix, apre la mente su come lavorare con mercati differenti e dà l’agilità mentale necessaria per ripensare gli stessi concetti in modo diverso in base al posto in cui ci si trova. Lo applico in un hotel dove il personale è già consolidato, si pensi che circa il 40% è qui da una quindicina d’anni e uno zoccolo duro fin dall’apertura, una cosa bella da valorizzare rispetto a situazioni all’estero dove il turnover è altissimo e il senso di appartenenza minore”.

D. Oggi si parla molto di “aprire” gli hotel all’esterno, proporli come location da vivere anche al pubblico. Come si posiziona il Four Seasons Milano e che tipo di approccio avrà?
R. Se guardo ai nostri mercati principali, sul fronte delle camere una grossa porzione è internazionale, con gli Usa al primo posto, seguiti da Uk e Francia. Ma sul fronte eventi la clientela è soprattutto quella locale: appuntamenti corporate e social, banchetti, matrimoni, anniversari, celebrazioni dai compleanni alla laurea, anche eventi di lancio di certi marchi. Oggi infatti è cambiato tanto il modo in cui le aziende di fashion e retail fanno marketing, è molto più intrecciato con il lifestyle, per creare un rapporto di loyalty magari il marchio non invia più una brochure al cliente ma lo invita a una première esclusiva della nuova collezione e a un cocktail. Tra i nostri plus c’è anche quello di offrire queste sale meeting nel Quadrilatero della moda. La parte degli eventi insieme alla ristorazione vedono un’affluenza continua di clienti storici milanesi ma anche di clientela nuova.
C’è ancora molto che si può fare e che abbiamo in mente, anche se dubito che in una città come Milano i locali alberghieri possano andare davvero a competere con i ristoranti stand-alone come succede altrove, per esempio a Dubai, Singapore o Doha”.

D. Quali sono secondo lei le sfide di gestire una struttura come il Four Seasons in una piazza come Milano?
R. “Puntiamo sul fatto che siamo molto consolidati sul mercato, e l’hotel non è rimasto a dormire sugli allori, ma ha continuato a crescere tenendo il passo col tempo. La domanda di lusso è in crescita a Milano, perciò ben venga la concorrenza, quella giusta dei 5 stelle fatti bene, tutti questi progetti, se portano a prodotti d’eccellenza e tariffe competitive, incrementano non solo l’offerta ma anche l’appeal di Milano per la clientela di lusso che viaggia”.

D. Ora i riflettori sono puntati sulle Olimpiadi invernali 2026: che ruolo potrà giocare a suo avviso un hotel come il vostro?
R. “Potrà sicuramente beneficiarne, in un’ottica simile a come è stato con l’Expo, non solo e non tanto durante l’evento del 2015 ma dopo, è stato molto più interessante per Milano che ha visto migliorare servizi e infrastrutture per i turisti e per i cittadini. Anche con le Olimpiadi sarà così, un percorso verso l’evento e poi negli anni a seguire”.

D. Avete iniziative in programma per lo staff? Ci saranno cambiamenti nella gestione del personale e nella sua composizione?
R. “Portiamo avanti numerose iniziative. Già partendo dal processo di selezione, cerchiamo di farla in maniera molto accurata e approfondita, ogni futuro dipendente affronta tre o quattro colloqui, incluso con me. Ci concentriamo sulla personalità, per capire se davvero la persona è compatibile con la filosofia e la metodologia di hotel e di catena. Collaboriamo con molti stagisti e tanti alla fine vengono assunti da noi o da altre compagnie, è per loro l’inizio della carriera. E portiamo avanti programmi di formazione a tutti i livelli. Attualmente contiamo su oltre 240 dipendenti per 118 camere”.

Il profilo di Andrea Obertello

Originaria di Buenos Aires, Andrea Obertello conta su quattordici anni di collaborazione all’interno di Four Seasons, in cinque Paesi differenti.
Dopo aver conseguito una laurea in Hospitality & Tourism Management al Glion Institute of Higher Education, ha iniziato la propria carriera in Four Seasons Hotels & Resorts in Uruguay, nel dicembre 2004, nel reparto front of house. Quindi, dopo un anno trascorso al Four Seasons Hotel Miami, nel maggio 2008, entra a far parte del team del Four Seasons Hotel Firenze diventando director of rooms. Successivamente arriva al Four Seasons Resort Marrakech come resort manager e, a partire dal 2017, ricopre il ruolo di hotel manager del Four Seasons Hotel Doha, venendo fortemente coinvolta nella delicata ristrutturazione della proprietà.

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