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Anche negli alberghi il prezzo è mobile

Di Dennis Zambon, 7 Maggio 2019

È raro, di questi tempi, trovare in prima pagina un editoriale che metta in luce aspetti positivi del nostro Paese: una boccata di ossigeno regalata dalla scintillante settimana milanese del Mobile e del Design e della quale Dario Di Vico, sul Corriere della Sera, ha saputo cogliere aspetti e antefatti esemplari.
Ma, come a volte accade, a vedere il bicchiere mezzo pieno c’è il rischio che il liquido schizzi fuori macchiando cravatta e camicia. Il pezzo si conclude con un p.s. (caro Di Vico, ma perché quel p.s.?): “È troppo chiedere all’autorità Antitrust di aprire un’istruttoria sui prezzi degli alberghi a Milano durante la Design Week?”.
Dopo qualche momento di smarrimento, abbiamo capito che ci si poteva riferire solo alla (ennesima) polemica sulla tendenza verso l’alto del prezzo delle camere in quei giorni rispetto a periodi privi di eventi particolari.
Se non piove, il prezzo delle zucchine sale. Perché mai il prezzo delle camere non dovrebbe salire quando la richiesta è alta?
Ci permettiamo una piccola ricerca scientifica. A Baku (Azerbaigian) vuoi passare un weekend alla grande con la morosa? Se prenoti il Four Seasons per venerdì 19 aprile ti chiedono 290 euro a notte. La settimana dopo 677 euro, ma devi rimanere almeno tre notti: c’è la Formula1!
Idem al Fairmont: 136 euro contro 498 (sempre minimo tre notti).
Forse in Azerbaigian non c’è ancora l’Antitrust. Proviamo a Montecarlo. Se ci vai il 17 maggio il Fairmont ti ospita a un prezzo di favore: 367 euro a notte. Ma se le previsioni danno pioggia e sposti di una settimana, preparati a sborsare 2.575 a notte (se rimani quattro notti) altrimenti il weekend ti costa 4.245 a notte e quindi tanto vale aggiungere due giorni di ferie. Il 26 maggio tengono la Formula1!
La nostra ricerca scientifica si ferma qui, ma potremmo proseguire con eventi vari e variegati in ogni parte del globo. Ma forse sarebbe bastato rimanere a casa nostra e perdere un po’ di tempo tra Trivago e Tripadvisor e vedere i prezzi italici di una località marina: quanto si paga a giugno piuttosto che a Ferragosto? O in montagna ai primi di dicembre o a Capodanno. Non ci vuole poi molto.
È il mercato, bellezza. C’era una volta la bassa stagione e l’alta stagione. Oggi abbiamo Internet, i revenue manager, gli algoritmi: i prezzi degli alberghi variano da un minuto all’altro. Probabilmente rifacendo la nostra ricerca scientifica ora, a distanza di mezz’ora da quella di cui sopra, già troveremmo delle differenze. Non serve parlare di “cartello” da parte degli alberghi: i prezzi sono tutti online, a disposizione dei clienti ma anche dei concorrenti. Nonostante l’effetto Expo 2015, l’occupazione media degli alberghi milanesi è attorno al 65-70% su base annua: come dire vuoti un cento giorni (o meglio, notti) su trecentosessantacinque, e quindi è imperativo saper vendere bene; il prezzo giusto al momento giusto.
È troppo chiedere all’autorità Antitrust di aprire un’istruttoria sui prezzi degli alberghi a Milano durante la design week?

Ps. Sì, pensiamo che sia effettivamente troppo e che abbia (l’Antitrust) di peggio a cui pensare.

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