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Ambiente, una sfida globale

Di Elena Gerasi, 12 Settembre 2008

«I cambiamenti climatici sono una delle più importanti sfide globali che il mondo deve affrontare. La questione ambientale può, tra l’altro, incidere pesantemente sul raggiungimento dei Millennium development goals delle Nazioni Unite per la crescita e lo sviluppo sostenibile». È questo l’incipit del messaggio scritto, rivolto dal segretario generale dell’Unwto, Francesco Frangialli, a tutti coloro che intendono partecipare ai festeggiamenti del World tourism day, le cui celebrazioni ufficiali, in programma il prossimo 27 settembre in Perù, saranno dedicate proprio all’individuazione delle risorse a disposizione dei protagonisti dell’industria dei viaggi per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici globali.
In preparazione dell’evento l’Unwto ha inoltre recentemente pubblicato un report dal titolo “Climate change and tourism, responding to global challenges” (Cambiamenti climatici e turismo: come rispondere alla sfida globale). Lo studio, in particolare, è stato svolto dalla stessa Unwto in collaborazione con lo Un environmental programme (Unep) e con la World meteorological organization (Wmo).
«Noi confidiamo molto nelle possibilità che il comparto del turismo ha di recitare la propria parte nella lotta al cambiamento globale del clima», ha dichiarato lo stesso Frangialli. «È anche per questo motivo che da molti anni lavoriamo in stretta collaborazione con lo Unep e la Wmo per analizzare l’impatto e i punti critici delle nostre strategie in merito, nonché per definire quelle linee generali in grado di rappresentare un’efficace risposta alla questione ambientale sia nell’immediato, sia in prospettiva. Il tutto, avendo bene in mente che i problemi connessi con i cambiamenti climatici non possono essere affrontati senza prendere al contempo in considerazione le priorità dello sviluppo, con particolare riferimento al contributo complessivo dell’industria turistica alla crescita economica e al raggiungimento dei Millennium development goals. Stiamo perciò ora dedicando molti dei nostri sforzi a fare in modo che il comparto turistico riesca a ridurre le emissioni di gas serra causate dalle proprie attività a un ritmo proporzionalmente superiore a quello del tasso di crescita dei viaggi domestici e internazionali».
Una sfida decisamente ambiziosa, dato che, secondo i più recenti dati della stessa Unwto, il numero degli arrivi internazionali dovrebbe passare dai 900 milioni dell’anno scorso a 1,6 miliardi entro il 2020. Per raggiungere tale obiettivo, tra gli impegni presi dall’Organizzazione mondiale del turismo nella Dichiarazione di Davos dello scorso ottobre 2007, c’è per esempio quello di favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare l’efficienza energetica dei trasporti, delle strutture ricettive e degli altri fornitori di servizi dell’industria dei viaggi, nonché quello di assicurare le risorse finanziarie atte a garantire il necessario aiuto ai paesi poveri in maggiore pericolo ambientale.
«Il nostro rapporto», ha aggiunto il vice segretario generale dell’Unwto, Geoffrey Lipman, «evidenzia sia le minacce sia le opportunità offerte dall’industria dei viaggi. In particolare, l’indagine ha messo in luce come il contributo del turismo all’emissione globale di gas serra sia di circa il 5%: una percentuale in linea, è vero, con l’impatto economico globale del comparto, ma nettamente al di sotto del suo contributo allo sviluppo dei paesi poveri». Un’affermazione, quest’ultima, condivisa anche dal direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner: «Il turismo può giocare un ruolo chiave nella lotta contro la povertà nei paesi in via di sviluppo, contribuendo al contempo alla riduzione delle emissioni inquinanti e alla conservazione delle risorse naturali».
La Unwto ha, infine, annunciato una nuova collaborazione con l’International civil aviation organization (Icao) per promuovere la diffusione e l’utilizzo del nuovo Carbon emission calculator dell’Icao: uno strumento in grado di calcolare la quantità di anidride carbonica emessa durante ogni viaggio aereo.
«La Dichiarazione di Davos dell’anno scorso», ha concluso Lipman, «ha mostrato la via da seguire. Ora sono i cosiddetti stakeholder del turismo, che devono agire. Per parte nostra, ci impegniamo ad aumentare i nostri sforzi per far sì che la maggior quantità di risorse possibili sia indirizzata, da parte degli operatori pubblici e privati del settore, verso la definizione di strategie, progetti e azioni volte ad affrontare la questione ambientale».

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