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Aman Venice, fiducia nel prossimo futuro

Hotel e gruppo hanno investito nel mantenere il contatto con clienti e personale. Il racconto del general manager Licinio Garavaglia

Hotel e gruppo hanno investito nel mantenere il contatto con clienti e personale. Il racconto del general man

Di Mariangela Traficante, 27 Gennaio 2021

È arrivato a Venezia nell’anno forse più difficile Licinio Garavaglia, che da inizio 2020 è general manager del celebre Aman. Incarico partito un attimo prima che il Covid sconvolgesse il mondo, e costringesse l’hôtellerie a fare i conti con chiusure e riorganizzazioni. Ma anche con mix inaspettati di clienti e nuove opportunità. Così il manager mantiene il suo sguardo positivo, anzi si dice convinto che quando ci sarà la ripresa potremo anche attenderci un boom, anche se “l’augurio è che non si torni in tutto a prima, al rischio di far diventare Venezia una ‘Disneyland’”.
E spiega per esempio che “Per noi il mercato italiano ha sempre rappresentato un’occupazione piuttosto bassa, invece nella stagione 2020 c’è stato un po più di movimento con un riscontro positivo in estate, indicazione che forse i turisti italiani in precedenza preferivano altre mete rispetto a Venezia presa dall’overtourism, mentre ora hanno potuto goderla come forse mai in altre occasioni. In città e nelle altre destinazioni d’arte c’è stata una ripresa dei flussi domestici, tuttavia non abbastanza per coprire quelli degli anni precedenti”.

Domanda. Aman Venice oggi a inizio 2021: Come avete investito questi mesi e come sfrutterete anche il periodo attuale vista la situazione generale?
Risposta. “Generalmente ci si prendeva tre o quattro settimane a gennaio per chiudere e dedicarsi anche al palazzo che ha bisogno essere ben mantenuto e curato. Quest’anno abbiamo tuttavia dovuto anticipare la chiusura, rinunciando al Natale e al Capodanno su cui invece prima delle ultime disposizioni e dunque delle cancellazioni potevamo contare su un buon 70% di occupazione. Attualmente la previsione è di riaprire a fine mese. Si riparte, pur se con piccoli numeri, ma la voglia di viaggiare c’è, lo testimoniano anche le chiamate che riceviamo, e che tra le altre cose ci chiedono informazioni su cosa succede a Venezia e su come ci si deve comportare.
Insieme al nostro head quarter inviamo regolarmente una newsletter per tenere i clienti informati sullo stato delle cose. Ma sono anche i nostri stessi clienti, quelli con cui abbiamo un contatto diretto, a chiamarci per sapere come stiamo, vedo qui una relazione con gli ospiti che non ho mai trovato da nessuna altra parte”.

D. Come state gestendo il personale in questa situazione complessa?
R. “Naturalmente teniamo il contatto anche con il personale – siamo 70 in totale – , almeno settimanalmente cerchiamo di sentirci, per esempio anche tramite una chat su WhatsApp, tutti hanno voglia di tornare, di essere presenti.
Qualcuno continua a essere operativo, in primis l’ufficio prenotazioni dove con una turnazione garantiamo una presenza costante ogni giorno (oltre al nostro central reservation office di gruppo), abbiamo già richieste per il 2022: matrimoni, eventi, ma anche una clientela individuale che sta già pensando alla ripartenza.
Il grosso del personale è in cassa integrazione, che la nostra azienda madre ha anticipato. Noi possiamo dunque contare sul supporto del nostro gruppo, ma è un dispiacere sentire le piccole aziende in sofferenza”.

D. Quali saranno i prossimi passi?
R. “Il vaccino sicuramente aiuterà, sperando che arrivino più in fretta possibile le dosi e che non si blocchi qualche ingranaggio. In ogni caso, sono positivo e cerco di trasmetterlo anche alle persone che lavorano con me. Noi non richiediamo un test agli ospiti in arrivo, crediamo stia alla coscienza della persona che viaggia tutelarsi e tutelare gli altri. Abbiamo tuttavia test rapidi a disposizione per i dipendenti qualora ci fosse necessità. E stiamo valutando di proporre ai clienti la possibilità di effettuare il test rapido durante il soggiorno cercando di avere la presenza in hotel del medico che si occupa del personale, è un’idea cui stiamo pensando”.

D. Data l’impasse del turismo internazionale state lavorando eventualmente a rimodulare la clientela target e l’offerta?
R. “Sono iniziative che stiamo programmando insieme al nostro head quarter, cerchiamo di incrementare ancor di più i mercati europei, gli arrivi tedeschi, austriaci, francesi, svizzeri, e anche quello russo, che ritengo sia interessante per Venezia e sul quale vorrei poter avere più incisività. Senza dimenticare la sinergia con le Dolomiti, grazie all’accordo di partnership raggiunto da Aman con Rosa Alpina Hotel & Spa, che nei prossimi anni diventerà anche parte del gruppo.
E poi c’è un avvenimento importante in arrivo quest’anno: a marzo Venezia compie 1600 anni e la città sta già lavorando per creare qualcosa, spero che ci sia possibilità di ripartenza per poter veramente festeggiare questo grande evento. Per noi – con 24 camere e una superficie di 6.500 mq, compreso il giardino sul Canal Grande che ospita anche bar estivo e ristorante -, il distanziamento non è un problema”.

D. Norbert Niederkofler è il vostro consultant chef da poco più di un anno: quali sono state le linee guida introdotte e quali guideranno il food and beverage nei prossimi mesi?
R. “Abbiamo un accordo per garantire la sua presenza due volte al mese, ma naturalmente la sua consulenza è presente tutti i giorni grazie alla collaborazione con il nostro executive chef Dario Ossola per la creazione di piatti che portano la sua firma. Avevamo avviato il concept di “Cook the lagoon” sulla scia del suo “Cook the mountain” e spero che il progetto quest’anno possa entrare nel vivo”.

D. Come vede attualmente l’hôtellerie veneziana e la concorrenza?
R. “Oggi gli hotel sono fondamentalmente chiusi e stanno valutando di aprire a fine gennaio con la speranza del Carnevale. Sarà sottotono, magari non ci sarà il Ballo del Doge e certamente i volumi consueti, ma noi stiamo lanciando un progetto in hotel: un pacchetto con il quale il cliente potrà noleggiare un abito in atelier e concedersi una sorta di shooting privato nel palazzo. Ma siamo tutti in attesa di capire cosa accadrà”.

Aman Venice
L’hotel deluxe occupa il seicentesco Palazzo Papadopoli sul Canal Grande, dove visse anche Tiepolo e di cui l’edificio conserva il segno. Ristrutturato nel 2013, l’hotel conta su 24 camere, ciascuna con una propria identità e i cui interni sono stati curati da Jean-Michel Gathy.
La proposta food, a cura dell’executive chef Dario Ossola, cui si aggiunge il Consultant Chef Norbert Niederkofler, si declina nel ristorante Arva, al piano nobile, nel Palazzo Kitchen Table e nel Canal Garden, nel giardino privato.

Il profilo – Licinio Garavaglia
Garavaglia ha all’attivo una lunga esperienza professionale nel comparto alberghiero. Prima di approdare ad Aman Venice, è stato general manager all’Hotel Palais de Chine, Ldc Hotels a Taipei. Tra gli altri ruoli di primo piano ricoperti ci sono quello di gm a Terme di Saturnia dal 2014 al 2018, la guida dell’Hotel Chateau Monfort a Milano, di cui ha gestito anche apertura e lancio e di hotel manager al Regina Baglioni di Roma e gm al Carlton Hotel Baglioni di Milano.

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