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Alla ricerca di impiego

Di Antonio Caneva, 12 Febbraio 2015

Si dice che cercare lavoro sia un lavoro. E con questa affermazione non si è troppo lontani dal vero, benché, anche questo, come tutti i lavori, deve essere fatto bene, per dare risultati.
Mi rendo conto che le attuali difficoltà inducano le persone in cerca di un’occupazione a utilizzare gli strumenti disponibili e a cercare di battere tutte le strade. Però che senso ha, per esempio, inviare la propria candidatura per direttore di un albergo a 5 stelle con il proprio cv in cui l’ultimo impiego è di chef de rang?
Quando inviare indiscriminatamente il proprio cv diventa sistema, l’unico risultato che si otterrà sarà quello di acuire un senso di frustrazione per il mancato riscontro alla propria candidatura.
Una volta, sottoporre la propria presentazione a un albergo era comunque impegnativo; bisognava scrivere una lettera, apporre un bollo, andare alla cassetta postale per spedirla e aspettare. Lo dico con cognizione di causa provenendo da questo settore; ora è tutto più facile e un invio massivo distoglie inutilmente risorse, e per l’azienda diventa spam.
Talvolta vengono inviati cv senza nemmeno sapere cosa si fa: ne abbiamo riprova con il recente Tfp Summit, incontri tra aziende e professionisti del settore, che abbiamo organizzato a Milano (si veda anche l´articolo a pagina 4, ndr). Alcune società ci hanno chiesto di pubblicare un annuncio per acquisire candidature per un colloquio di lavoro nel corso dell’evento, incaricandoci di fare una scrematura in modo che loro potessero convocare le persone da incontrare in quella occasione. Tutto era stato indicato chiaramente nella comunicazione pubblicata e abbiamo ricevuto numerose risposte. Abbiamo girato ai clienti quelle maggiormente coerenti con le loro necessità e le aziende hanno contattato i candidati per fissare un calendario di appuntamenti.
Come dicevo, era stato distintamente segnalato che gli incontri si sarebbero svolti a Milano. Ebbene, un certo numero di persone contattate ha declinato l’invito a venire all’incontro. Mi rendo conto che, talvolta, muoversi da lontano per un incontro sia complicato e, in certi casi, costoso, ma allora perché inviare la propria candidatura?
Incomprensibile è invece il comportamento di chi poi ha confermato la propria presenza senza presentarsi e senza nemmeno informare.
Ecco, tutto questo movimento, questa ricerca sconclusionata, non fa bene a nessuno, né a chi è alla ricerca di lavoro, né alle aziende e, soprattutto, al sistema. Un po’ più di coerenza non sarebbe male.

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