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Al principio di un nuovo cammino

Di Massimiliano Sarti, 28 Settembre 2007

Sono passati pochi mesi dall’insediamento del nuovo presidente dell’Ada, Franco Arabia, ma è già tempo di trarre i primi bilanci, di provare a scorgere i primi fugaci segnali del nuovo corso. «Anche se», come specifica lo stesso neo-presidente, «è ancora presto per tirare le somme. La nuova giunta esecutiva si è insediata solo ad aprile e se si considera che in mezzo c’è stato anche il mese di agosto, si può capire come, fino ad ora, abbiamo avuto davvero poco tempo per lavorare». Ma qualcosa è stato fatto e i primi segnali sembrano andare nella direzione tracciata nel programma elettorale. «Prima di tutto», prosegue Arabia, «abbiamo attivato le procure per i presidenti regionali, che ora possono agire autonomamente senza aver necessariamente bisogno della mia firma per ogni loro iniziativa che coinvolga terze parti». Un passo deciso verso il decentramento dei poteri, in linea con quanto è previsto anche nel nuovo statuto dell’Ada, alla cui stesura ha contribuito lo stesso Arabia in qualità di presidente della commissione che ne ha curato la scrittura. Sono poi iniziate le manovre per potenziare il rapporto con Manageritalia. Un punto, questo, condiviso nei programmi di entrambi gli schieramenti che si sono presentati alle elezioni lo scorso marzo. «Il dialogo con tutte le componenti dell’associazione vuole essere un aspetto fondamentale della mia presidenza» spiega Arabia. «È, infatti, importante lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi comuni della nostra associazione in un clima di confronto costruttivo. Per quanto riguarda i piani di avvicinamento a Manageritalia, poi, si tratta di un’azione necessaria, anche perché la nostra professione è decisamente sotto-rappresentata nella categoria dei manager italiani. Troppi direttori d’albergo sono ancora considerati dei quadri, nonostante le sempre crescenti responsabilità che la gestione di un hotel comporta». Valorizzare la professione è anche lo scopo della proposta, ventilata nel programma elettorale, di promuovere l’istituzione di una facoltà universitaria di economia aziendale e management alberghiero. «Per la verità», precisa Arabia, «la nostra intenzione è semplicemente quella di costruire un progetto organico di formazione continua, che sia in grado di garantire competenze di livello universitario. Non sappiamo ancora se tale iniziativa sarà portata avanti tramite la collaborazione con un istituto accademico oppure utilizzando direttamente risorse e strumenti della nostra associazione. L’importante, in ogni caso, sarà garantire la qualità del progetto. L’obiettivo è quello di definire un linguaggio comune a tutta l’area del management alberghiero, un passo fondamentale per dare autonomia e dignità disciplinare al nostro settore seppur all’interno della più vasta famiglia delle materie economico-finanziarie». Infine, la nuova giunta Ada si è già messa al lavoro anche per migliorare le comunicazioni interne. È stato, ad esempio, attivato un bollettino telematico mensile per informare tempestivamente i soci sulle novità e gli eventi più significativi. Anche a Hotel Managers, la rivista ufficiale di Ada, si è cercato di dare un taglio più tecnico e professionale. «Non voglio però», conclude Arabia, «sottolineare troppo le eventuali differenze con chi mi ha preceduto in questa carica. Sono, infatti, assolutamente convinto che ogni presidenza sia legata a quelle che potrei definire le necessità storiche del proprio tempo. La mia esperienza passata in qualità di presidente dell’Ada, per fare solo un esempio, risale a più di nove anni fa. Allora la realtà associativa era molto differente da quella attuale. Basti pensare che internet era uno strumento pressoché sconosciuto. Non solo, la stessa Ada aveva meno associati. Ora ci sono più realtà con cui relazionarsi e confrontarsi. Il nuovo statuto, poi, comporta una struttura al contempo più democratica e più complessa da gestire. Lo dimostra la presenza contemporanea di due organi di governo e controllo come la giunta esecutiva e il consiglio delle regioni. Ciò non toglie, naturalmente, che la mia passata esperienza in questa e in altre cariche istituzionali si stia rivelando particolarmente utile. Per ora, mi ritengo soddisfatto di questo inizio e sono soprattutto contento che, dopo l’atmosfera competitiva della kermesse elettorale, si sia ristabilito un clima associativo di coesione e collaborazione reciproca».

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