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Al Castello di Spaltenna fra Medioevo e tecnologia

Di Anna Goffi, 4 Febbraio 2005

Un tuffo nel Medioevo con tutti i comfort della moderna tecnologia: grandi vasche idromassaggio, tv satellitare, aria condizionata, frigobar. È questa l’essenza e l’unicità del complesso alberghiero “Castello di Spaltenna” che con raro senso dell’equilibrio ha saputo coniugare storia, arte, natura e stile.
Sorto da pochi anni, dopo l’accurato restauro di un antico borgo feudale comprendente un monastero del Mille, una Pieve romanica e sei fabbricati posti su una collina che sovrasta il centro di Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, l’hotel si compone di 40 camere e suite differenti per categoria e arredamento.
Ogni ambiente è stato ideato per avvolgere l’ospite in un’atmosfera rilassante e confortevole, all’insegna del benessere e del lusso.
Inoltre per un’ospitalità ancora più esclusiva, c’è una Torre del X secolo, nell’adiacente borgo medievale di Vertine, dove tra l’altro ha soggiornato il re di Giordania.
“Chi viene da noi – afferma Giovanni Billia, restaurant manager del Castello di Spaltenna – grazie a un’ambientazione unica e a uno staff di servizio affiatato, finisce con l’innamorarsi del luogo. Me ne accorgo perché chi approda qui all’inizio ha mille progetti di esplorazione dei dintorni. Tuttavia, più aumenta il tempo di soggiorno, più le persone diventano stanziali: si godono la bellezza del paesaggio circostante, la cucina con piatti della tradizione culinaria toscana e i servizi offerti dalla struttura, accantonando l’idea di frenetici tour de force. La verità è che da noi gli ospiti ritornano, siano essi italiani, europei o americani perché, di fatto, si sentono a casa”.
In alta stagione c’è uno staff di 40 persone (di cui 17 nel ristorante di 40 coperti al giorno, con un rapporto di un addetto ogni due ospiti) che fa di tutto perché ciascun ospite si senta il castellano di questo castello.
“Confesso – continua Billia – che per primo ho subìto il fascino del borgo, io che sono figlio di albergatori e che avrei avuto la possibilità di lavorare ad Aosta, mia zona d’origine, dopo un’esperienza in Svizzera, Francia e Inghilterra. Con il direttore dell’albergo. Guido Conti, che ogni giorno fa 70 chilometri di strada per venire fin quassù, condivido la stessa gioia nel lavorare in una struttura unica e raffinata, che, però, richiede uno sforzo notevole di manutenzione perché ogni cosa va controllata singolarmente. C’è di bello che l’entusiasmo è contagioso e la gente lo avverte. Tutti i ragazzi che lavorano qui lo fanno con soddisfazione e i nostri ospiti dicono che si vede”.

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