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Agosto italiano, bene ma non benissimo

Dai numeri alle criticità di sistema del turismo italiano: il primo bilancio sul mese clou dell'alta stagione estiva, che doveva fare il sold out ma lascia un po' di amaro in bocca

Dai numeri alle criticità di sistema del turismo italiano: il primo bilancio sul mese clou dell'alta stagion

Di Job in Tourism, 29 Agosto 2023

Mancano ancora i dati ufficiali a consuntivo di agosto, ma alla fine il “pienone” non c’è stato. Quello che gli operatori avevano iniziato a percepire come segnale già dal mese di luglio sarà probabilmente confermato dai dati finali del mese clou dell’alta stagione estiva, che è stato sì buono ma senza quel “tutto esaurito” che ci si aspettava. Tanto che – ha stimato Assoturismo Confesercenti – per il mese di agosto erano attese presso le strutture ricettive italiane 82 milioni di presenze turistiche, circa 7,6 milioni in più dello scorso luglio, ma 800mila in meno rispetto ad agosto 2022. Allineata anche la stima di Federalberghi che ha calcolato su agosto un calo delle presenze tra il 15 e il 20% rispetto allo scorso anno.

Il rallentamento del turismo domestico

A rallentare è stato soprattutto il turismo domestico a fronte, invece, della tenuta di quello estero – americano in testa – che ha continuato a crescere soprattutto nelle città d’arte e nelle destinazioni balneari. Molte le ragioni che – hanno analizzato le associazioni di categoria – paiono aver inciso su questa frenata. Prima fra tutte, l’innalzamento dei prezzi dei servizi turistici legato all’inflazione e all’aumento dei costi che – unito alla diminuzione della capacità di spese delle famiglie – ha ridotto la durata o spostato versi mete estere meno costose, se non addirittura cancellato le vacanze fuori casa di molti italiani. Un incremento che tuttavia – va sottolineato – in molti casi si è concretizzato in aumenti del tutto ingiustificati e fuori mercato.

Poi, ci sono state le cause collaterali, dall’alluvione in Emilia, che ha inciso sulle prenotazioni della tarda primavera, all’incendio all’aeroporto di Catania che – ha stimato Assoturismo – ha fatto saltare almeno 40mila pernottamenti in Sicilia, fino al caldo torrido che ha condizionato partenze e scelte della destinazione di molti viaggiatori last minute.

Poteva andare meglio

Numeri a parte – e solamente quelli finali permetteranno di tracciare un bilancio più chiaro di ciò che è stato sia dal punto di vista dei volumi dei flussi turistici che di quello che rimarrà nelle casse degli operatori – rimane la sensazione di una chiusura di stagione un po’ amara, segnata da criticità spesso strutturali e mal gestite. Scontrini pazzi, prezzi alle stelle, polemiche poco produttive (come quella sul confronto tra Puglia e Albania), disservizi aeroportuali, emergenze climatiche, fino all’apertura dell’inchiesta della Corte dei Conti su “Open to Meraviglia”, la campagna del Ministero del Turismo con protagonista la Venere di Botticelli, sparita dalla comunicazione istituzionale per tutta l’estate: sarà andata bene (forse), ma poteva andare sicuramente meglio.

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