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Affitti brevi, in arrivo il ddl per regolamentare il mercato

Ha iniziato a girare in questi giorni la bozza del disegno di legge con il quale il Governo intende regolamentare il settore degli affitti brevi: gli albergatori si dicono "delusi" e Firenze annuncia lo stop nel centro storico

Ha iniziato a girare in questi giorni la bozza del disegno di legge con il quale il Governo intende regolamen

Di Job in Tourism, 31 Maggio 2023

Un codice identificativo nazionale (Cin) – e non più dunque regionale – assegnato dal Ministero del Turismo a ogni immobile a uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, l’obbligo di segnalare l’inizio dell’attività per chiunque eserciti in forma imprenditoriale, con multe fino a 10mila euro, e nei centri storici delle città metropolitane durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche non inferiore a due notti, “fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli”. Sono alcune delle indicazioni contenute nel nuovo disegno di legge sugli affitti brevi la cui bozza di lavoro, presentata dal Governo alle organizzazioni di categoria, sta circolando in queste ore. Tra le norme inserite, anche il riconoscimento ufficiale della figura del property manager, rispetto alla quale dovrà essere aperto un Codice Ateco specifico per la categoria e che agirà da sostituto d’imposta.

A chi si rivolge il ddl

Il provvedimento – riporta l’Ansa – ha l’obiettivo “di fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici e impedirne lo spopolamento“. A essere interessati, coloro che detengono legittimamente l’immobile, ma anche i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o ancora i soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare.

Le reazioni degli albergatori

In attesa della presentazione ufficiale del ddl, sono già arrivate le prime reazione del mondo del turismo, tra le quali quella di Federalberghi, che ha espresso “delusione” per la proposta. “Riteniamo – dicono gli albergatori – che ci sia molto da lavorare, se si vuole veramente giungere a una soluzione capace di incidere concretamente sul problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo che inquinano il mercato”.

In particolare, per l’associazione delle imprese turistico ricettive, “occorre anzitutto intervenire sul cosiddetto ‘minimum stay‘. Considerato che la permanenza media negli esercizi ricettivi italiani è di 3,3 notti, affermare che il soggiorno nelle locazioni turistiche non può essere inferiore a due notti suona come una presa in giro, in quanto significa che la nuova normativa si applicherà solo su a una minima parte dei flussi turistici. Ad esempio, saranno esclusi tutti i soggiorni per vacanza, a partire dai week end, per di più solo in una minoranza di comuni. Altrettanto importante – secondo Federalberghi – è il ruolo da conferire ai sindaci, ai quali dev’essere restituita la facoltà di governare il territorio. Grandi e piccoli centri sono invasi da una marea di alloggi, che si nascondono dietro la foglia di fico del contratto di locazione e operano sul mercato alberghiero senza rispettarne le norme”.

Lo stop di Firenze agli affitti brevi nel centro storico

Tra chi ha preso posizione sulla proposta anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che l’ha definita “del tutto inefficace” e ha annunciato che il Comune adotterà un provvedimento per il divieto, non retroattivo, di utilizzo degli immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi nel centro storico della città. “Ci rendiamo conto che è una norma ardita – ha spiegato il sindaco – giuridicamente ardita, ma siamo consapevoli di poterla difendere giuridicamente. Se noi non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti nessuno si dà una mossa: siamo stanchi di annunci, il problema è diventato strutturale“.

Il tema è, per le città a forte vocazione turistica, come Firenze quello dello svuotamento dei centri cittadini da parte della popolazione residente proprio per far spazio agli affitti brevi a uso turistico. Per questo, ha spiegato ancora Nardella, “useremo la leva fiscale per tutti coloro che vorranno collaborare e tornare indietro: i proprietari di immobili, attualmente destinati ad affitto breve, che vorranno tornare a fare affitti di lungo periodo, avranno da parte della nostra amministrazione un incentivo, l’azzeramento dell’Imu seconda casa per tre anni. Un appartamento medio in centro paga più di 2.000 euro all’anno di Imu seconda casa”.

 

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