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Ada crede nelle potenzialità dell’Umbria

In una situazione delicata per la ripresa dell'attività turistica della regione, l'Associazione direttori d'albergo ha scelto Assisi quale sede del proprio congresso nazionale

In una situazione delicata per la ripresa dell'attività turistica della regione, l'Associazione direttori d'

Di Marco Bosco, 20 Aprile 2017

Turismo e terremoto. Non sarebbe potuto essere altro che questo il tema di un convegno di professionisti dell’hôtellerie organizzato oggi ad Assisi. Purtroppo, viene subito da dire. Ma anche per fortuna: perché significa che il settore dell’ospitalità non ha alcuna intenzione di arrendersi. Anzi, rialza la testa e rilancia: l’Umbria e le sue destinazioni turistiche, sicure e intatte, sono pronte ad aprire la stagione turistica e ad accogliere tutti coloro che vorranno scegliere questa regione quale meta delle proprie vacanze. È il messaggio cardine attorno al quale ha ruotato il sessantatreesimo congresso nazionale dell’Associazione direttori d’albergo, svoltosi recentemente nella città di San Francesco. L’evento, che ha coinvolto direttori provenienti da tutta Italia, è stato quindi l’occasione per comunicare tutta la solidarietà di un’associazione che ad Assisi ha anche coniato lo slogan «Ada di crede»,
«Ci siamo resi conto delle difficoltà che si stanno affrontando oggi qui in Umbria. Non solo a causa dei danni diretti subiti, ma anche delle conseguenze indirette, provocate alcune volte da una comunicazione non precisa ma generalizzata, che spesso, troppo spesso, ha descritto il territorio della regione, e di tutta l’Italia centrale, come un’area piegata dal sisma», ha spiegato il presidente nazionale Alessandro D’Andrea. «In realtà, almeno per parlare dell’Umbria, solamente la zona della Valnerina, Norcia in particolare, è stata direttamente colpita con dei danni gravi. Purtroppo il messaggio che è passato è stato invece molto più esteso. E ciò ha generato una forte diminuzione della domanda turistica in tutta la regione, dove si sono registrati cali dell’occupazione tra il 40% e il 60%, finanche in alcuni centri oltre il 70%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Noi siamo perciò qui non solo per esprimere la nostra vicinanza ai colleghi di queste zone, ma anche per testimoniare che il territorio è raggiungibile ed è tutto da vivere».
Una vicinanza che si è fatta concreta e tangibile, grazie ai fondi raccolti a favore dell’associazione «I love Norcia», per supportare il progetto Arca (un centro di prima accoglienza e di emergenza) nonché le numerose attività che si stanno mettendo in atto per promuovere l’Umbria e in particolare la Valnerina. «Appena una settimana dopo il primo terremoto abbiamo subito istituito una prima raccolta interna all’Ada», ha aggiunto D’Andrea. «Nel corso dei mesi successivi abbiamo quindi cercato di capire come aiutare concretamente il territorio, e abbiamo individuato proprio “I love Norcia” quale destinatario della nostra iniziativa. Si tratta infatti di un’associazione che raggruppa sia il pubblico sia il privato, fondata da albergatori che hanno visto le loro strutture completamente distrutte e che ora stanno curando un progetto concreto sul e per il territorio».
A ritirare il contributo Ada è arrivato quindi ad Assisi il vicepresidente di «I love Norcia», Francesco Filippi, che ha tra l’altro pure partecipato al convegno ad hoc dell’Ada, dal titolo «Turismo: ricostruire per rilanciare», insieme ad alcuni rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle imprese alberghiere e dell’università. «La situazione del turismo, per quello che riguarda i contenitori è in buono stato. Da questo punto di vista non possiamo che essere ottimisti, perché, al di là dei colleghi che sono nell’area del cratere, e alcuni di loro hanno subito sicuramente dei danni, le nostre strutture sono in ottimo stato», ha raccontato a margine dell’incontro il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni. «I nostri danni sono derivati più dalla comunicazione che dal sisma. Alcune volte è stata persino indicata Perugia quale epicentro del sisma. E tutto questo noi oggi lo paghiamo fortemente, perché il turismo rappresentava una quota piuttosto rilevante del pil della nostra regione. Insomma, dobbiamo reagire e trovare delle soluzioni, per rimuovere dall’immaginario collettivo l’idea di un’Umbria fortemente toccata dal terremoto».
E qualcosa, almeno a partire dal periodo pasquale, pare che finalmente si stia muovendo. «Ci sono dei segnali di ripresa, di quella che io chiamo fiducia», ha infatti sottolineato il presidente dei direttori d’albergo umbri, Ignazio Campoccia. «Ma gli indizi di ripartenza sono ancora molto frammentati. In alcune aree della regione si registrano richieste in aumento, in altre avviene l’esatto contrario. È un momento decisivo. È importante comunicare. E comunicare bene».

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