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Accogliere gli ospiti musulmani

Costruire un'offerta ricettiva adeguata alle esigenze dei viaggiatori della religione coranica

Costruire un'offerta ricettiva adeguata alle esigenze dei viaggiatori della religione coranica

Di Federico Belloni, 26 Febbraio 2014

A fronte del forte trend di sviluppo, che oggi sperimenta la domanda dei viaggiatori musulmani, sono sempre di più nel mondo gli alberghi che, attraverso l’offerta di servizi Halal, dichiarano di essere specializzati nell’accoglienza di questo particolare segmento di mercato dalla crescente importanza. E molte di queste strutture, in particolare, si trovano in Turchia: si tratta, generalmente, di proprietà di ricche famiglie conservatrici, costruite in prevalenza durante gli anni 1990, un’epoca di forte boom economico per il paese. Nonostante ciò al mondo esiste un solo albergo ufficialmente certificato per la sua coerenza con i principi della Sharia: il 4 Win, situato nella località costiera egiziana di Hurgada, risultato della “conversione all’Islam” di quello che era il vecchio hotel Le Rois, fallito e rilevato da un gruppo di imprenditori musulmani. La struttura, secondo il direttore, Yaser Kamel, rappresenta la «possibilità di fare turismo rispettando noi e la nostra fede». Ovviamente al 4 Win l’alcool è stato immediatamente bandito e rimosse le immagini dei cantanti Elvis Presley e Shakira, che si trovavano alle pareti del bar; gli ospiti però possono comunque godere dei numerosi servizi proposti secondo i più alti standard di qualità occidentali, anche se la fruizione è regolata con una severa rigidità.
Oltre alla ricerca di un’offerta di ristorazione in linea con le loro specifiche esigenze alimentari, ovvero con cibo preparato secondo le regole della legge coranica (a base di frutta, verdura e pesce), quando viaggiano i turisti musulmani esigono infatti ambienti dove non è consentito bere, spazi separati per uomini e donne, nonché la garanzia della lontananza da luoghi dove si gioca d’azzardo. In caso di presenza di un casinò in hotel, o nelle sue vicinanze, è quindi gradita l’installazione di una segnaletica adeguata. Devono inoltre essere previsti spazi (e tempi sufficienti) per le preghiere, così come attività ricreative per le famiglie, mentre l’offerta televisiva non deve assolutamente prevedere canali per soli adulti.
Nonostante gli interventi necessari ad adeguare le strutture alle esigenze di questa particolare tipologia di domanda non siano affatto trascurabili, non sono pochi gli operatori dell’ospitalità internazionale che da tempo stanno provando a sfruttare le ricche opportunità di business offerte dalla domanda dei viaggiatori musulmani. Il gruppo Kempinski, per esempio, ha come obiettivo quello di costruire, entro il 2015, circa 30 alberghi dedicati ai fedeli della religione coranica, in collaborazione con una società di consulenza specializzata nell’offerta di servizi islamici: con il brand Shaza, questi alberghi saranno costruiti in diverse regioni del Nord Africa, in Europa e nella regione del Golfo Persico. Best Western, per parte sua, che già ha all’interno del suo circuito hotel Halal in Malesia, Bahrein e Oman, mira ad aprirne altri nei prossimi anni, consolidando così la sua posizione in questo specifico segmento, che secondo uno studio di Rezidor Hotel Group, garantirà, almeno per la prossima decade, un aumento dei profitti, del settore alberghiero internazionale, di una percentuale attorno al 20% all’anno: uno sviluppo, che renderà sostenibile anche il versamento del 2,5% dei benefici netti generati a titolo di zahat, la tassa di solidarietà, conosciuta anche come elemosina islamica, che si considera obbligatoria per tutto il mondo musulmano adulto con guadagni.

Alcuni consigli per gli hotel italiani

Anche se, per un hotel occidentale, specializzare la propria offerta sulle esigenze dei turisti musulmani è in genere molto complesso, perché comporterebbe necessariamente una ridefinizione radicale del posizionamento competitivo della propria struttura, nonché il finanziamento degli ingenti investimenti economici necessari all’adeguamento dei propri spazi, è tuttavia certamente possibile pensare di introdurre qualche servizio, in grado di orientare la propria proposta di accoglienza alla soddisfazione degli ospiti dalle posizioni meno radicali, in modo da garantirsi un vantaggio competitivo in questo particolare segmento di mercato. Ecco allora alcuni esempi di adeguamenti fattibili:

Assegnare ai turisti musulmani camere molto spaziose. Spesso, infatti, per ogni nucleo di turisti, vengono chieste almeno tre stanze, delle quali due tra loro comunicanti. E questo perché, oltre che con i propri figli, le famiglie viaggiano quasi sempre anche con il personale di servizio, che ovviamente alloggia nella stanza separata. Le camere devono poi essere rigorosamente per non fumatori, meglio ancora se situate su un piano dove il fumo è vietato in tutte le stanze.

Prevedere al ristorante un menu specifico, pensato per rispettare i dettami della legge coranica (meglio se in lingua araba). Adeguare il servizio di ristorazione per permettere, in occasione del Ramadhan, il breakfast prima del sorgere del sole la cena dopo il tramonto. Nel caso di assenza di un menu Halal, suggerire le ricette che combinano tra loro pesce, frutta e verdura.

Allestire uno spazio, nelle zone comuni, a cappella per la preghiera. Segnalare, nelle camere, la posizione del punto cardinale est (la direzione verso la quale dovrebbero essere esposte anche le finestre), per consentire l’orientamento alla Mecca (da indicare in modo esplicito) durante le orazioni quotidiane. Sempre a tal fine, mettere a disposizione un tappetino su cui gli ospiti possano inginocchiarsi.

Nelle camere occupate da ospiti musulmani evitare di includere bevande alcoliche nel frigobar, così come di proporle loro durante i pasti al ristorante. I musulmani amano la birra analcolica e lo spumante ricavato dalla fermentazione dei datteri, così come il vino prodotto con prugne e succo d’uva. Garantire pure che i prodotti inclusi nei dentifrici e nei set cortesia non contengano alcool, perché trattasi di ingrediente vietato anche quando non è destinato a essere bevuto.

Prevedere la ricezione dei canali televisivi in lingua araba più seguiti, come Al Jazeera (www.aljazeera.net) e Al Arabiya (www.alarabiya.net), escludendo al contempo la possibilità di sintonizzare le tv su quelli per soli adulti, la cui sola presenza viene considerata una grave offesa

Prevedere programmi di formazione ad hoc per il personale sui modi di comportarsi e di rivolgersi verso questa tipologia di ospiti, in particolare nei confronti delle signore. In linea di massima, sono molto poco appropriati i contatti fisici, tanto che anche la semplice stretta di mano può essere fonte di grande imbarazzo. Scegliere almeno un membro del personale in grado di comprendere e di parlare la lingua araba, anche se l’inglese è comunemente conosciuto

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