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A Brera rinasce la Pelota

Di Floriana Lipparini, 31 Gennaio 2003

Da qualche tempo si sta affermando a Milano una nuova, intelligente tendenza: il recupero delle vecchie strutture che costituivano i punti di riferimento della vita sociale e culturale in città, rispettandone la specificità architettonica e storica, ma integrandoli con attrezzature tecnologiche d’avanguardia. In tal modo si creano spazi polifunzionali ricchi di calore e originalità, perfetti per ospitare eventi di diversa natura, dagli spettacoli alle sfilate, ai congressi. Una scelta vincente non soltanto sul piano dell’estetica e dell’identità urbana, ma anche su quello ambientale.
A questa visione si è ispirato appunto lo Studio Trabattoni nei lavori di ristrutturazione della Pelota, mitico luogo milanese situato in via Palermo 10, a Brera, nel cuore artistico, culturale ma anche vivacemente popolare della città. Costruito nel 1947, in un tipico stile anni Cinquanta, lo sferisterio ha rappresentato per decenni un originale luogo di attrazione, dove molti milanesi andavano a cimentarsi in quel gioco dal sapore un po’ esotico o semplicemente a divertirsi osservando le partite.
“Trasformare la Pelota in qualcosa di assolutamente diverso lasciandola assolutamente uguale”: con questo filo conduttore gli architetti hanno elaborato un progetto lungo e complesso, che ha richiesto due anni e mezzo di lavoro. Occorreva coniugare la specificità della struttura con impianti tecnici d’avanguardia, e ciò ha richiesto soluzioni studiate ad hoc in ogni particolare.
Si entra superando l’originale cancellata di ferro, sormontata dall’antica pensilina con l’insegna luminosa. Ci si trova poi di fronte alla facciata dell’edificio, conservata integralmente, con la sua porta in rovere e vetro che dà adito alla reception, a sua volta fedelmente restaurata. Gli elementi sono quelli di un tempo: la plafoniera in segmenti di vetro lavorato, il rivestimento di piastrelline di vetro rosa, il pavimento in seminato alla veneziana…
Dove si registravano le scommesse c’è ora una zona bar con i banchi in legno scuro, illuminato da una rete di sfere luminose. Si passa poi al foyer e, attraverso gli spalti, alla pista sopra la quale è sistemato un ring mobile le cui strutture reggono le luci tecniche di scena e l’impianto audio. Eliminato il vecchio controsoffitto, si può adesso ammirare il tetto originale lavorato come un merletto di metallo. Rivestimenti fonoassorbenti sono collocati nei punti strategici per neutralizzare il riverbero del suono. Una quinta-boccascena, un back-stage, corredato da camerini, che può trasformarsi se necessario in zona catering, una seconda zona bar al piano superiore, una galleria sospesa, arredi in puro stile anni Cinquanta.
Organizzare un evento in questa cornice di grande fascino, in questo luogo dove passato e futuro convivono, ricco di memorie care ai milanesi, sarà sicuramente un modo per assicurarne il successo.

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