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2023, pronti a (ri)partire?

PNRR, costi energetici, formazione e personale: tutte le sfide di un anno cruciale per l’ospitalità e il turismo

PNRR, costi energetici, formazione e personale: tutte le sfide di un anno cruciale per l’ospitalità e il

Di Job in Tourism, 12 Gennaio 2023

È indicato da tempo come l’anno – effettivo – della ripresa, quello nel quale il turismo dovrebbe tornare a macinare i tanto agognati numeri pre-pandemia del 2019. Dal 2023 ormai alle porte ci si aspetta molto, forse anche troppo se si considerano le incognite che continuano a gravare sul settore. Un anno che, nonostante gli ottimi dati registrati nel 2022 relativi a presenze e flussi turistici (anche dall’estero), a tassi di riempimento e ricavi medi per camera degli hotel, dovrà fare i conti con le criticità ormai note, che pesano come un fardello sulla redditività delle aziende turistiche.
Lo ha ricordato chiaramente, nei giorni scorsi, Confindustria Alberghi tornando a parlare “dell’aumento esponenziale di moltissimi costi” che le imprese dell’ospitalità si trovano a fronteggiare. Sono soprattutto i rincari energetici e l’inflazione a preoccupare gli albergatori, ai quali si sono aggiunti ora anche i tassi dei mutui, aumentati di un ulteriore mezzo punto: un mix che, ha ribadito l’associazione di categoria,“rende più lungo e difficoltoso il percorso di recupero delle aziende”. Da qui, l’appello al Governo a intervenire sulle risorse a disposizione del comparto attraverso la leva fondamentale del PNRR che, “pur avendo colto le giuste direttrici di sviluppo, ha destinato risorse esigue rispetto alle reali esigenze”. Al turismo spettano, infatti, 2,4 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a circa l’1% dei fondi totali previsti: una cifra rispetto alla quale gli albergatori – come tutti gli operatori turistici – chiedono una rimodulazione al rialzo “che tenga conto delle esigenze e della capacità di fare delle imprese alberghiere già dimostrata nei primi due bandi del PNRR”.
Quello delle risorse è solamente uno dei temi ai quali sarà chiamato a dare risposte nel nuovo anno il Governo Meloni, che entro fine dicembre dovrà chiudere la partita della manovra finanziaria, dalla quale già si potrà capire molto dell’orientamento concreto del nuovo esecutivo. Tra le misure annunciate, l’istituzione di una serie di fondi dedicati all’ammodernamento degli impianti di risalita e innevamento, al rilancio del turismo dei piccoli Comuni e di quello sostenibile.
Intanto, nelle scorse settimane, la neoministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha iniziato a incontrare le diverse associazioni di categoria. Numerosi i dossier aperti, da quello del rimborso dei voucher legati ai pacchetti turistici del periodo pandemico, che interessa in modo particolare tour operator e agenzia di viaggi, a questioni più generali e strutturali: la lotta all’abusivismo, la revisione del sistema dei crediti di imposta e delle agevolazioni fiscali alla imprese turistiche – anche per far fronte al caro-energia – e la formazione (aspetto sul quale il Governo dovrebbe impiegare, attraverso la manovra finanziaria in via di approvazione, 5 milioni nel 2023 e poi 8 milioni nel 2024 e nel 2025). In più di un’occasione Santanchè è tornata a ribadire, nelle scorse settimane, la volontà di intervenire su questo punto anche attraverso la creazione di una scuola di alta formazione sul modello di quelle svizzere: una chimera inseguita da tempo dall’ospitalità italiana che vedremo se e come prenderà forma nel prossimo futuro.
Certamente, una questione con la quale istituzioni e aziende dell’ospitalità e della ristorazione dovranno confrontarsi nei prossimi mesi sarà quella del personale: dopo un 2022 caratterizzato dalla difficoltà a coprire molte delle posizioni aperte per mancanza di risorse, è alquanto probabile che la situazione continui a perpetrarsi anche nel nuovo anno. Ci sarà da vedere come incideranno strumenti come la rimodulazione del reddito di cittadinanza, indicato nei mesi scorsi come una delle cause principali della fuga di personale dal settore, e l’annunciato ritorno dei voucher lavoro per il settore Horeca. Ma anche come le aziende avranno fatto tesoro delle difficoltà dei mesi scorsi per rivedere e aggiornare, rendendole più incisive, le proprie politiche nell’ambito delle risorse umane.

I numeri della ripartenza del turismo italiano nel 2022
È il segno più a contraddistinguere i dati del turismo italiano del 2022. Nei primi nove mesi dell’anno, ha anticipato nei giorni scorsi l’Istat, le presenze turistiche nel nostro Paese sono infatti aumentate del 39,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 (pari a +48,6% il dato relativo alle presenze negli esercizi alberghieri). Non a caso, proprio il turismo è stato uno dei comparti che ha trainato la buona performance dell’economia italiana, cresciuta nel terzo trimestre dell’anno dello 0,5%. Nonostante il “forte recupero”, tuttavia, le presenze turistiche totali rimangono ancora inferiori di circa 39 milioni di unità rispetto ai primi nove mesi del 2019, con un gap del 13,8% per la clientela estera e del 6,7% per la clientela italiana. Sempre secondo l’Istat, al primo semestre del 2022, gli occupati impiegati nelle attività produttive caratteristiche del turismo erano circa 339mila, un valore inferiore di oltre 26mila unità rispetto allo stesso periodo del 2019 (-7,2%). Considerando l’intera industria turistica allargata nel suo complesso, il gap risulta ancora di 88mila occupati (-4,4%).
La ripresa appare certificata anche dai numeri diffusi nelle scorse settimane dall’Enit, in occasione della presentazione della prossima edizione della Bit, in programma a Milano dal 12 al 14 febbraio. Nell’anno che si avvia a conclusione, l’Italia si è infatti posizionata al quarto posto nel mondo per i flussi da turismo internazionale, con entrate pari a 21,3 miliardi di euro, in crescita del +22,7% sul 2020. In particolare, secondo l’Enit, a novembre l’Italia ha presentato il più alto tasso di saturazione delle strutture prenotate tramite Ota fra i principali Paesi europei (37%), mentre la saturazione del non alberghiero è stimata al 39%. Nello stesso mese, il Belpaese ha registrato anche il più elevato incremento delle prenotazioni aeree internazionali (+65% sul 2021, a quota 392mila).

Il Natale degli italiani: oltre 17 milioni in viaggio. Il 23,3% sceglierà l’albergo
Saranno oltre 17 milioni gli italiani in viaggio per le festività di fine 2022, per un giro d’affari stimato in 13 miliardi di euro. Per chi si muoverà per Natale (circa 12 milioni) come per coloro che opteranno per il Capodanno (5 milioni e 400mila) – ha stimato Federalberghi – la scelta di soggiorno ricadrà principalmente presso parenti e amici, ma il 23,3% opterà per l’albergo. Chi partirà per Natale trascorrerà mediamente 6,9 notti fuori casa, mentre la vacanza di Capodanno avrà una durata inferiore (3,6 notti). Ancora una volta, sarà l’Italia la destinazione preferita: non ci si allontanerà di molto dalla Regione di residenza e molti di coloro che affronteranno spostamenti più impegnativi lo faranno per raggiungere le famiglie di origine. “Su tutto – ha rilevato Federalberghi a proposito delle intenzioni di viaggio legate alle feste – vince la voglia di rilassarsi, di ridiventare padroni del proprio tempo soprattutto nelle destinazioni di montagna, di godersi il patrimonio artistico culturale del proprio Paese e anche di vivere la natura appieno. Si risparmierà sui consumi per prediligere il soggiorno e anche le esperienze legate al mondo dell’enogastronomia”.

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