Job In Tourism > News > Tecnologie > Se chiedere consiglio all’AI può diventare un problema

Se chiedere consiglio all’AI può diventare un problema

Da un sondaggio della società di consulenza Roger Walters emerge come già oggi un professionista su tre chieda consigli all'intelligenza artificiale invece che al proprio manager: un approccio che può velocizzare il lavoro e favorire l'autonomia, ma che senza la giusta formazione rischia di ridurre il confronto e il trasferimento di competenze

Da un sondaggio della società di consulenza Roger Walters emerge come già oggi un professionista su tre chi

Di Job in Tourism, 5 Novembre 2025

L’intelligenza artificiale è ormai entrata a piè pari nella vita di tutti i giorni. C’è chi le domanda cosa cucinare per cena a partire da quello che c’è in frigorifero e chi chiede consigli sentimentali per far breccia nel cuore della persona amata. Non stupisce, allora, il dato diffuso dalla società di consulenza Roger Walters secondo il quale il 31,8% dei professionisti pone meno domande al proprio manager diretto perché trova già le risposte tramite strumenti di AI. Un approccio che comporta vantaggi operativi, ma anche alcuni rischi.

Vantaggi e rischi

Dal sondaggio effettuato dalla società emerge come di fronte a una domanda legata al lavoro il 14,3% dei professionisti scelga oggi di consultare l’intelligenza artificiale prima del proprio manager o dei colleghi, mentre il 42,9% preferisce rivolgersi al proprio responsabile e il 28,6% si affida a un collega. “L’AI – commenta Walter Papotti, Country Director di Robert Walters Italia – sta cambiando il modo in cui i professionisti cercano risposte e risolvono problemi quotidiani, riducendo i tempi di attesa e favorendo una maggiore autonomia. Tuttavia – aggiunge – il rischio è che la tecnologia sostituisca momenti di confronto e scambio umano fondamentali per lo sviluppo professionale, l’innovazione e la coesione dei team”.

La formazione

Da questo punto di vista un tema critico è quello della formazione: oltre la metà dei professionisti (57,1%) identifica nella mancanza di una formazione strutturata la sfida più grande per mantenere un buon livello di coinvolgimento nel proprio ruolo, mentre il 28,6% indica il burnout e il sovraccarico di lavoro come principale ostacolo. Nonostante l’AI stia entrando sempre più nei processi aziendali, il 47,6% dei professionisti italiani dichiara di non aver ricevuto alcuna formazione o linea guida su come gestire team o attività in un contesto potenziato dall’intelligenza artificiale. Solo il 19% afferma di aver ricevuto una formazione adeguata, mentre il 28,6% la ritiene ancora troppo limitata. “Molti manager si trovano a gestire nuove responsabilità senza un supporto adeguato. La formazione  – osserva Papotti – è fondamentale per evitare che l’intelligenza artificiale diventi una scorciatoia che riduce il confronto e il trasferimento di competenze. Le aziende dovrebbero investire nel preparare i propri leader a lavorare insieme all’AI, sfruttandola per gestire le richieste più operative e concentrando invece le energie su attività strategiche e relazionali.”

 

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati