L’intelligenza artificiale è ormai entrata a piè pari nella vita di tutti i giorni. C’è chi le domanda cosa cucinare per cena a partire da quello che c’è in frigorifero e chi chiede consigli sentimentali per far breccia nel cuore della persona amata. Non stupisce, allora, il dato diffuso dalla società di consulenza Roger Walters secondo il quale il 31,8% dei professionisti pone meno domande al proprio manager diretto perché trova già le risposte tramite strumenti di AI. Un approccio che comporta vantaggi operativi, ma anche alcuni rischi.
Vantaggi e rischi
Dal sondaggio effettuato dalla società emerge come di fronte a una domanda legata al lavoro il 14,3% dei professionisti scelga oggi di consultare l’intelligenza artificiale prima del proprio manager o dei colleghi, mentre il 42,9% preferisce rivolgersi al proprio responsabile e il 28,6% si affida a un collega. “L’AI – commenta Walter Papotti, Country Director di Robert Walters Italia – sta cambiando il modo in cui i professionisti cercano risposte e risolvono problemi quotidiani, riducendo i tempi di attesa e favorendo una maggiore autonomia. Tuttavia – aggiunge – il rischio è che la tecnologia sostituisca momenti di confronto e scambio umano fondamentali per lo sviluppo professionale, l’innovazione e la coesione dei team”.
La formazione
Da questo punto di vista un tema critico è quello della formazione: oltre la metà dei professionisti (57,1%) identifica nella mancanza di una formazione strutturata la sfida più grande per mantenere un buon livello di coinvolgimento nel proprio ruolo, mentre il 28,6% indica il burnout e il sovraccarico di lavoro come principale ostacolo. Nonostante l’AI stia entrando sempre più nei processi aziendali, il 47,6% dei professionisti italiani dichiara di non aver ricevuto alcuna formazione o linea guida su come gestire team o attività in un contesto potenziato dall’intelligenza artificiale. Solo il 19% afferma di aver ricevuto una formazione adeguata, mentre il 28,6% la ritiene ancora troppo limitata. “Molti manager si trovano a gestire nuove responsabilità senza un supporto adeguato. La formazione – osserva Papotti – è fondamentale per evitare che l’intelligenza artificiale diventi una scorciatoia che riduce il confronto e il trasferimento di competenze. Le aziende dovrebbero investire nel preparare i propri leader a lavorare insieme all’AI, sfruttandola per gestire le richieste più operative e concentrando invece le energie su attività strategiche e relazionali.”


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