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I clienti amano il “made in Italy”

Di Floriana Lipparini, 20 Gennaio 2006

«In questo momento Dorchester Group sta vivendo una fase di grande innovazione. In particolare, con l’acquisizione del Principe di Savoia, si è dato impulso a un tipo di organizzazione più unitaria, relativamente al brand, pur continuando a rispettare moltissimo l’autonomia, la filosofia e l’individualità di ogni hotel. – afferma Anna Gricini, Sales & Marketing Director del Principe di Savoia a Milano. – Si sa, le catene offrono grandi opportunità di training e di crescita professionale, ma sono organizzate secondo una linea piuttosto gerarchica, quindi è difficile condividere le decisioni strategiche prese a livello di top management. Invece, i gruppi di dimensioni più contenute, come Dorchester, danno maggiore spazio alle persone, puntano molto sull’identità specifica di ogni hotel e questo nella categoria lusso funziona perché i clienti, soprattutto gli stranieri, amano i servizi personalizzati, quelle differenze che rendono indimenticabile un hotel e un soggiorno. Per vincere la sfida con i potenti competitor è necessario sapersi far ricordare con innovazioni continue e un’estrema cura dei particolari, cose non sempre possibili nelle logiche dei grandi gruppi».
Giovane, elegante e molto motivata, giunta al Principe nel 2003 dopo aver iniziato la carriera nel 1994 come Sales Executive per Hilton International, e poi Sales & Marketing Manager per Starwood, ora Anna ricopre un ruolo decisamente impegnativo, perché le sue responsabilità, alla guida di un team di oltre 20 persone, oltre al commerciale e al marketing includono le pubbliche relazioni, il booking e il revenue management. Un ampio arco di incarichi che le consentono di spaziare e di esprimere al meglio la propria creatività.
«La fascia media della clientela si è rarefatta a causa dell’aumento delle tariffe e della crisi generale, mentre la fascia alta non ne ha risentito. La mia idea, quindi, è di enfatizzare l’esclusività del Principe, fidelizzando i nostri clienti con pacchetti speciali che sottolineano le peculiarità del made in Italy, la moda dei grandi stilisti, lo shopping raffinato, l’arte al massimo livello. Qualche esempio? Accesso privilegiato al Cenacolo che non richiede tempi di attesa, visite a porte chiuse agli atelier di moda, ingresso alle tribune Vip dello stadio, itinerari artistici e musicali in compagnia di consulenti specializzati, la scoperta di palazzi e giardini segreti, di solito inaccessibili… Queste iniziative sono anche un modo per sviluppare maggiormente il segmento leisure, che al Principe raggiunge il 25 per cento del target – spiega la manager. – Occorre anche tener presente che camere, suite, sale riunioni, centri business e spa hanno codici differenti, ma tutti i servizi devono essere utilizzati, quindi è necessario collegarsi con società di eventi, fiere di settore, agenzie di pubblicità… Per il 2006 ho pronto un action plan che punta a valorizzare anche i periodi meno sfruttati, come i weekend fuori stagione. Per avere successo si deve andare sempre oltre».
In accordo con lo spirito dinamico dei progetti in corso, Anna è andata a Los Angeles, nei celebri studios, per un incontro con un network di agenzie che si occupano di entertainment e di eventi. A fine febbraio sarà a New York per presentare il ristorante rinnovato. Laureata in Lingue e Letterature straniere, la giovane manager è giunta all’hôtellerie quasi per caso. «Dopo la laurea avevo iniziato a lavorare come traduttrice di testi universitari di biochimica, un ambito molto innovativo, quando un giorno durante la Bit una mia amica mi disse che all’Hilton stavano cercando. Non avevo nessuna idea del mondo alberghiero e invece ho trovato la mia dimensione. È un lavoro veramente unico, ogni giorno è diverso, ci si occupa di moda, di arte, si entra in contatto con realtà dalle dinamiche diverse, sembra di vivere molte vite, è quasi una droga. Io non mi annoio mai».

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